Elden Ring: Lore - VisiThors

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Come promesso, eccovi un “secondo” articolo su Elden Ring per trattare meglio la narrativa, l’ambientazione e la Lore. Non la reputo una recensione, vista la mancanza di tecnicità e vera e propria critica, ma personalmente la trovo complementare alla pura analisi delle meccaniche fatta nell’altro articolo. Un mio breve parere lo avete avuto, ma non raccontare e affrontare alcuni aspetti della narrativa sarebbe un’enorme mancanza in un qualcosa che voglia trattare il titolo nella maniera più completa possibile. Eccovi la mia “dichiarazione di intenti”: affrontare, nel modo più lineare possibile, gli eventi durante lo svolgimento del gioco, raccontare cosa successe prima (le cose certe), qualche quest/evento meritevole ed infine dirvi qualche mia personale teoria che reputo abbastanza solida da essere tenuta in considerazione. Non ripeterò il prologo e inizierò a raccontare dando per scontato che si sia arrivati nelle Lands Between, alla Rountable e si abbia preso la Runa di Godrick per parlare con le Due Dita: insomma, quanto già trattato dall’altra parte.

Prima di iniziare, voglio condividere con voi una cosa: in questo file trovate tutte le linee di testo del gioco. Sono riuscito a procurarmi una copia direttamente estrapolata dal codice e, dopo averla pulita e resa leggibile, la metto a disposizione di chiunque la possa volere. Lì dentro ci sono tutte le descrizioni, tutti i dialoghi e tutti gli oggetti, incluso diverso materiale cut content (che ho opportunamente segnalato). Le mie aggiunte personali sono o le NOTE oppure la maggior parte di quello che troverete scritto all'interno delle [ ], come i trigger per i dialoghi (per i quali ho consultato wiki ovviamente).
TRAMA e SVILUPPI
Allora, questa parte potrebbe essere un po’ complicata data l’enorme libertà che si ha nel proseguimento, il colossale numero di informazioni e, come detto, il non voler trattare ancora la Lore. Seguirò quindi il percorso “as intended”, con nell’ordine: Liurnia, Caelid, Vulcano Manor e Leyndell. Ci tengo a ripetere che per recarci alla capitale ci basta un’altra Runa, rendendo di fatto tutte le altre aree opzionali; citerò inoltre a grandi linee le quest che portano ai finali, senza parlare dei vari trigger e dando “per scontato” la loro riuscita prosecuzione.
Alla prima Grazia di Liurnia, a pochi passi dall’uscita di Stormveil Castle, incontriamo Hyetta, una ragazza quasi cieca che ci chiede di donarle una “Shabriri Grape” (la cui descrizione ci dice subito essere un occhio umano): questi “frutti”, infatti, le permettono in qualche modo di percepire una fievole luce, che la guida nel suo percorso per diventare Finger Maiden. Una volta fattici strada oltre le rovine allagate della cittadella, entriamo all’Accademia di Raya Lucaria, e sulla cima troviamo, come ci era stato riferito, Rennala: in una bossfight piuttosto banalotta, ma carica di atmosfera, la sconfiggiamo e prendiamo la seconda Great Rune; tuttavia Rennala stessa non subirà conseguenze, diventando un NPC che ci permetterà di fare respec delle caratteristiche o di alterare il nostro aspetto (quest’ultima opzione è anche disponibile mediante lo specchio alla Roundtable).
Rennala, Queen of the Full Moon
Tornati dalle Due Dita, veniamo messi a conoscenza di ulteriori informazioni: solo una volta un Tarnished ha raccolto due Great Runes (ergo, siamo attualmente i miglior candidati), e possiamo ora raggiungere Marika presso l’Erdtree. Lei è il ricettacolo dell’Elden Ring, una vera divinità, ma imprigionata nell’Albero dopo che esso fu spezzato, una punizione per essersi opposta al Golden Order. Il nostro compito è di unirci a lei in quanto suoi consorti e ripristinarlo.
 
Ma anche Fia ha qualcosa per noi: un indizio su una Black Knifeprint, che potrebbe aiutarci a svelare quanto successo la famosa notte in cui un frammento di Rune of Death fu rubato a Maliketh “la Lama Nera” e Godwyn venne assassinato. Si ritorna quindi a Liurnia, dove abbiamo modo di incontrare più volte Hyetta, la quale ci chiederà ancora le Shabriri Grapes e alla quale potremo rivelare cosa siano in realtà. Sebbene disgustata, lo accetterà come parte della sua missione e ci chiederà infine di portarle delle “Fingerprint Grapes”, occhi di coloro che sono stati bruciati dalle Dita. A nord della regione non solo troveremo il Knifeprint che cercavamo, ma verremo invasi da Vyke: ex-membro della Roundtable, fu il Tarnished più vicino a diventare Elden Lord (verosimilmente, l’unico altro ad ottenere due Great Runes menzionato da Enia) prima di essere bruciato dalla Frenzied Flame al di sotto della Capitale; proprio uccidendolo otteniamo l’oggetto per Hyetta, che ci ringrazierà e si dirà sicura di essere pronta per divenire una Maiden. Grazie alla Knifeprint, scopriamo chi ci fosse dietro alla Notte dei Neri Coltelli: la Principessa Lunare Ranni, figlia di Radagon e Rennala, oltre che sorella di Radahn e Rykard; se c’è davvero lei dietro tutto questo, allora sul suo corpo deve essere rimasto un cursemark della Destined Death (altro nome per la Runa della Morte).
Essendo una figlia di Rennala, è anche lei un membro della famiglia Caria ed è proprio alla loro Magione che ci dirigiamo: in un’alta torre nel cortile sul retro non solo la troviamo, ma scopriamo anche di averla già vista. Presentatasi infatti col nome di “Renna” (verosimilmente una delle sorelle ormai defunte o forse la sua maestra), è stata lei a darci la campanella con cui invocare gli spiriti, in quanto nuovi padroni di Torrent. Schiettamente ci conferma essere lei la figura dietro il furto della Runa della Morte, ma si è spogliata del suo corpo fisico (quello che vediamo è una bambola infatti), ed il marchio che cerchiamo è inciso proprio lì. Non ha motivo di dirci dove si trova al momento, ma se accettiamo di servirla potrebbe darci l’informazione come ricompensa. Ci tengo a sottolineare, sia perché è il come la trovai io sia perché superato un certo punto della quest sarà così, che assolutamente nulla ci vieta di metterci al suo servizio senza secondi fini; possiamo farlo (come me appunto) senza manco sapere che sia legata al ritrovamento di tale oggetto. È da notare che in questo caso ci dirà lei stessa di essere dietro la Notte dei Neri Coltelli, chiarendo subito la propria posizione e senza cercare minimante di ingannarci riguardo alla sua figura e alle sue intenzioni.
In ogni caso, ci incarica di andare assieme al suo fedele cavaliere Blaidd a Nokron, una delle Città Eterne sotterranee, e di recuperare il tesoro nascosto lì; per potervi accedere però dobbiamo sconfiggere nientemeno che Radahn, noto per essere il più forte tra i Semidei (tra l’altro, la sua Rimembranza dà più rune di quelle degli altri, a sottolineare questo fatto nonostante lo si incontri probabilmente prima di alcuni di essi) e che ha addirittura fermato il movimento delle stelle col proprio potere gravitazionale. Andiamo quindi a Caelid e partecipiamo al Festival che i soldati stessi del Generale tengono per concedergli una degna morte in combattimento, dopo che lo Scarlet Rot scatenato da Malenia lo ha logorato fino alla pazzia e, in una battaglia che vedrà almeno 4 o 5 NPC darci una mano, riusciamo a prevalere sul famigerato Radahn. Il tesoro a Nokron si rivela essere un’arma speciale, in grado di ferire persino la Greater Will ed i suoi vassalli; portarla a Ranni vuol dire aver assolto al nostro compito e ricevere quindi la posizione (oltre che al modo per arrivarci) del suo vero corpo, su cui troviamo solo una metà del cursemark.
Ma la sua quest è tutt’altro che finita: con nessun altro scopo che aiutarla (perlomeno narrativamente, poi potete anche fare le cose per mero completismo, ovvio), possiamo seguirla grazie ad un teletrasporto e ritrovarci nei pressi di un’altra Città Eterna, Nokstella. Qui la ritroviamo nella forma di bambolina e parlandole otteniamo due informazioni: cosa fare per aiutarla e importantissimi dettagli di Lore. La prima è uccidere un’Ombra mandata dalle Due Dita per fermarla e che si trova lì vicino; l’altra riguarda la cosmogonia delle Lands Between. Ranni ci informa infatti che lei, Malenia e Miquella erano i tre soli Semidei ad essere definiti Empyreans, candidati a succedere alla Regina Marika in qualità di nuove divinità di una nuova era; ognuno di loro è stato scelto dalle proprie Due Dita (di cui quindi è confermata la molteplicità), e gli è stato affidato un fedele servitore, che avrebbe anche agito da assassino nel caso uno di loro si rivoltasse contro la Greater Will. Ranni però si è rifiutata di assecondarle ed essere manovrata, usando il frammento della Runa della Morte per liberarsi del proprio corpo e poter scegliere da sé il proprio futuro. Sconfitta l’Ombra e completato un altro paio di passi, troveremo il corpo da bambola di Ranni ormai svuotato e rovinato, accanto al cadavere delle Due Dita (quelle “assegnate” a Ranni, non c’è alcuna conseguenza alla Roundtable).
Ranni è un NPC cardine della narrazione, che ha conquistato il cuore (e non solo) della maggior parte dei giocatori
Lei ci ringrazierà ancora una volta, dichiarando che siamo degni di diventare suoi consorti e che è felice di avere noi in tale ruolo; ci promette che quando tutto sarà finito ci vedremo di nuovo. Se andate nelle sue stanze, sarà possibile avere informazioni sul nuovo Ordine che vuole portare nel mondo. Con questo la sua quest è davvero finita, fino al momento della scelta del finale.
Grazie a Fia e ad una serie di peripezie che non sto ad elencare, è possibile ottenere l’altra metà del cursemark: la otteniamo da Godwyn, visto che lui morì “nell’anima” e Ranni “nel corpo”; il suo cadavere (se così si può definire) è ormai mutato in uno strano ma inerme essere, noto come Principe della Morte. Con entrambe le metà riunite si forma una Mending Rune, la quale potrà essere inserita nell’Elden Ring; essa permette di ripristinare in toto la Morte, che è invece stata limitata dal Golden Order (sappiamo infatti che la Rune of Death era nelle mani di Maliketh e non nell’Elden Ring).
In un modo o nell’altro ci ritroviamo all’Altus Plateu, con a est il Mt Gelmir e ad ovest la Capitale, e nelle cui terre possiamo incontrare un altro Tarnished dell’intro: Goldmask, la cui (ahimè frammentata e vaga) quest di darà infine un’altra Mending Rune e porta quindi ad un diverso finale. Purtroppo sono una serie di passaggi abbastanza meccanici e, tolta un’informazione che discuteremo più avanti, non vale la pena parlarne in questo tipo di articolo. Recatici a Vulcano Manor, verremo accolti dalla moglie di Rykard, Lady Tanith, che ci offrirà di schierarci con loro contro la Greater Will e contro le Due Dita; la sua quest ci porta però a confrontarci comunque con il Semidio o quello che ne rimane: Rykard si è infatti lasciato mangiare dal Serpente Divora-Dèi (ecco l’atto blasfemo menzionato da Gideon), al fine di rafforzarlo e veder trionfare la propria fazione sulle altre. In una gimmick che ricorda moltissimo Yhorm, ma fatta meglio, trionfiamo anche su di lui e ci appropriamo della sua Great Rune. Della lista fattaci da Gideon rimane solo Morgott, alla Capitale.
Rykars, Lord of Blasphemy. E pensare che lo si intravedeva nel Launch Trailer...
E proprio Leyndell è dove ci dirigiamo, avanzando una dura battaglia dopo l’altra fino a trovarci di fronte all’Erdtree; in una piazza subito prima di una fenditura che permette di entrare in esso, un semicerchio di Troni fa pensare a un qualche tipo di Consiglio. Proprio avvicinandosi ad essi appare il Signore della Capitale, che si rivela essere il già affrontato Margit, ora intenzionato ad usare tutto il suo potere per fermarci; nonostante gli sforzi, anche lui cade sotto i nostri colpi. Ma le sue ultime parole sono di scherno: anche dopo tutto quello che abbiamo fatto, è impossibile entrare nell’Erdtree e di conseguenza nessuno può diventare nuovamente Elden Lord. Avanzare nella fenditura rivela infatti un muro di spine impenetrabili ed indistruttibili, che ci bloccano l’accesso. Sedendoci alla Grazia, compare Melina con una soluzione: utilizzando la Fiamma della Rovina, che si trova nelle Montagne dei Giganti, si può bruciare l’Erdtree e permetterci quindi il passaggio; lei è lì proprio per aiutarci in tale compito. Possiamo anche tornare alla Roundtable e parlare con Enia, la quale, sebbene inizialmente sconvolta, ci dirà che non conosce un altro modo di valicare le spine: le Due Dita ne stanno parlando con la Greater Will, ma potrebbero volerci letteralmente secoli per una risposta. Ci dice che forse anche un peccato così grande come bruciare l’Erdtree fa parte del piano della Greater Will, visto che siamo noi Tarnished guidati dalla Grazia a starlo per compiere. Anche Gideon non si mostrerà affatto contrario e ci darà nuove informazioni. Esistono infatti altri 4 Semidei, ma di cui la Roundtable non conosce la posizione:
-Ranni, che noi abbiamo avuto modo di incontrare già da tempo, ma che non interessa Gideon visto che priva di una Grande Runa
-colui conosciuto solo come “Lord of Blood”, di cui non si sa praticamente nulla
-Miquella the Unalloyed, che dovrebbe trovarsi all’Haligtree
-Malenia, gemella di Miquella e imbattuta spadaccina
Nel caso scoprissimo qualcosa su qualcuno di loro, ci chiede di condividere con lui le nostre informazioni come lui ha fatto con noi in precedenza.
Prima di avanzare, lasciatemi dire ancora due parole su quello che si trova a Leyndell: innanzitutto, troviamo l’edificio che è servito come modello per la Roundtable e che può far pensare ad una imitazione dei Tarnished rispetto al Consiglio di Semidei che abbiamo visto nell’arena di Morgott, o forse a qualcosa più legato al loro passato, prima dell’esilio. Ma più importante ancora è una rivelazione che coinvolge la quest di Goldmask ed è purtroppo la situazione in cui occorre un Incantesimo con 37 a Int di requisito: è possibile trovare una statua di Radagon, già nominataci da un NPC ore e ore prima, che ci rivela come lui e Marika siano la stessa entità. Affronteremo meglio l’argomento nelle prossime sezioni, ma questo fa decisamente parte della “trama”, fidatevi.
Morgott, The Omen King è l'unico Semidio obbligatorio in una run legit
Persino le fogne di Leyndell si rivelano ricche di sorprese e avvenimenti, primo tra tutti il ritrovamento di Dung Eater (un altro Tarnished dell’intro, nel caso non lo ricordiate): anche la sua quest terminerà con una Mending Rune, e richiede di trovare particolari oggetti chiave e portarglieli. Continuando l’esplorazione, otterremo importanti informazioni sugli Omen come Morgott ed i vari nemici che pervadono quei tunnel, finendo per incontrare un altro potente esponente di essi: Mohg. Alle sue spalle, un passaggio segreto ci permette di scendere ulteriormente, cosa che ci farà ricevere presto un monito di Melina, che ci informa che là sotto si trova la Frenzied Flame ed è qualcosa con cui non dovremo avere a che fare. Arrivati sul fondo, una sala con 4 elementi: una Grazia (in cui Melina replicherà più insistentemente il monito), una porta in pietra apparentemente sigillata, un muro invisibile che vi ricondurrà ad una delle aree sotterranee (già visitata per Fia in teoria) e Hyetta. La ragazza ci informa che al di là della porta si trovano le Tre Dita, custodi della Frenzied Flame, e per ricevere udienza basta spogliarci delle nostre vesti: l’armatura di Vyke presentava marchi ben visibili sul metallo, possiamo immaginare quindi che lui non l’abbia fatto. Possiamo quindi scegliere di ascoltare Melina e andarcene o fidarci di Hyetta e accettare quella che chiama “Fiamma del Chaos”, ma perdendo irrimediabilmente la nostra guida. Quello che infatti ci si aspetta dal Frenzied Lord è che riduca tutto in cenere, rendendo di nuovamente tutto un unico “uno” e privando quindi il mondo della sofferenza, del dolore… e di qualsiasi altra cosa. Melina decisamente non vuole che scegliamo questo futuro.
Le Tre Dita, emisarrie della Frenzied Flame, furono mostrate in uno dei primissimi trailer
Lasciatemi aggiungere però che, nel caso si avanzasse verso Nord (e verso la Fiamma della Rovina), potremmo incontrare un uomo di nome Shabriri. Come forse il nome vi avrà fatto immaginare, anche lui è legato alla Frenzied Flame e cerca di convincerci a recarci al suo cospetto con un avviso tutt’altro che ignorabile: per dare fuoco all’Albero c’è bisogno che qualcuno si immoli, e quel qualcuno è la nostra Maiden (o, per noi, Melina appunto). Brandire la Frenzied Flame ci permetterebbe invece di sfruttare noi stessi come catalizzatori, salvandole la vita. Potete quindi anche scegliere di farlo “per lei” di roleplay, ma non cambierà il fatto che non la rivedrete più; Vyke probabilmente fece la sua scelta proprio per salvare la propria Maiden. Io in blind non riuscì a resistere alla tentazione e andai dalle Tre Dita, prima ancora di parlare con Shabriri (che infatti non incontrai) e perdendo quindi tutte le future interazioni con Melina; anche solo il fatto che lei si immolasse era per me totalmente sconosciuto fino a che non ho concluso il gioco e aperto una wiki.
Qualsiasi sia la nostra scelta, dobbiamo proseguire nelle innevate Montagne dei Giganti ove oltre alla nostra destinazione sono nascosti gli accessi a due aree segrete. La prima è la terra dell’Haligtree di Miquella, raggiungibile con l’uso di un medaglione segreto e che non esito a definire l’area più difficile del gioco. Ma è anche meravigliosa e può rivaleggiare tranquillamente con Leyndell in quanto a suntuosità, irradiata dalla luce del proprio Albero e ritenuta “casa” da una moltitudine di esseri che convivono pacificamente: non solo i soldati di Miquella ed i Cleanrot Knights di Malenia, ma anche gli Albinauri (homunculus, esseri umani artificiali in breve) e Pesti (“Kindred of Rot” come li chiama il gioco); non mancano nemmeno Cristalliani, Misbegotten e molto altro.
Più avanziamo e più ci avviciniamo alle radici dell’Haligtree, con lo Scarlet Rot che inizia ad essere una presenza massiccia nel nostro cammino; arrivati al fondo, una figura solitaria siede davanti ad uno squarcio nel tronco dell’Albero: Malenia. Stancamente si alza, indossando elmo e protesi del braccio destro mentre dice due cose: la prima è che sta aspettando il ritorno di Miquella, la seconda è che non ha mai conosciuto sconfitta. Con Radahn abbiamo ricevuto una mano, ora siamo da soli con un essere ugualmente se non più forte.
Loretta, precedentemente al servizio dei Cariani, è una delle molte figure che si è rifugiata all'Haligtree
Quando finalmente riusciamo a prevalere, l’Empirea usa lo stesso Scarlet Aeonia che ha devastato Caelid e che aumenta il Rot nel suo stesso corpo: questa è la terza volta che lo usa e dai petali rossi dell’Incantesimo emerge quella che ormai è la Goddess of Rot, non più un “semidio” ma qualcosa di incredibilmente più potente. Qualcosa che, a livello narrativo, avrebbe probabilmente sconfitto Radahn senza troppi problemi. Riusciamo a prevalere anche su questa forma, ma come ci ha detto all’inizio lei stessa, di Miquella nessuna traccia: come ci conferma Gideon, qualcuno deve averlo strappato dalla cavità nell’Haligtree (le cui descrizioni ci dicono essere stato innaffiato col sangue dell’Empireo, ma senza riuscire a farlo diventare un Erdtree). Inoltre, riceviamo conferma che Malenia e Miquella nacquero da una “singola divinità”, visto che Radagon e Marika coincidono, e che sono entrambi Empirei, ma maledetti ciascuno a modo suo: lei con lo Scarlet Rot che l’affligge, lui costretto a rimanere eternamente in una forma infantile.
L'ho detto e lo ripeto: Malenia è uno dei boss più belli e tosti che From abbia mai fatto
Il secondo segreto è invece un teletrasporto che ci conduce al palazzo del Lord of Blood, Mohgwyn: noi abbiamo incontrato una sua emanazione nelle fogne della Capitale (direi “illusione” dato il titolo della OST, “Omen Illusion” appunto). Questo posto era in realtà raggiungibile anche seguendo la quest di Varré praticamente ad inizio gioco, ma arrivati sulla cima capirete perché ne parlo solo ora: oltre all’ovvio boss, ad aspettarci c’è una sorta di enorme bozzolo/uovo da cui emerge una rinsecchita mano. Dalle parole di Mohg è facile capire che si tratti proprio di Miquella, fatto parzialmente crescere nel tentativo di elevarlo a piena divinità con strani e macabri riti; ucciso anche questo Omen (che si rivela essere fratello di Morgott), non ci resta che abbandonare Miquella dove si trova. Gideon ci dice che finché dorme non ci dovrebbero essere problemi, ma forse bisognerebbe distruggerlo per precauzione. La scelta però non ci è data e, salvo DLC o future patch (la prima ipotesi probabile, la seconda dubito fortemente), il destino dell’Empireo rimane sconosciuto, così come la sua Great Rune.
Il bozzolo di Miquella, di cui si vede solo il braccio
Tornati alle Montagne dei Giganti, abbiamo modo di scontrarci contro l’ultimo della loro razza (o perlomeno l’unico che troviamo) e avere quindi la Flame of Ruin a portata di mano: l’enorme braciere in cui si trova, oltre a richiamare ovviamente la Fornace di Dark Souls, è incredibilmente suggestivo e visibile fin dai primi minuti a Limgrave. Qui, se ancora ci accompagna, Melina si sacrificherà per noi con delle ultime parole tutt’altro che banali: “I have long observed the Lands Between. This world is in dire need of repair... and Death...indiscriminate... Are you prepared... To commit a cardinal sin?” Se che il mondo debba essere riparato è abbastanza scontato, “morte indiscriminata” non lo è affatto; ma è ancora presto per queste analisi.
Il nostro Tarnished si risveglia a Farum Azula, cittadella risalente all’era precedente all’Erdtree e fonte delle rovine che cadono nelle Lands Between: si trova infatti sospesa in mezzo alle nuvole e, stando a qualche descrizione, anche “oltre il tempo” grazie alla tempesta magica che la circonda. Per la cronaca, l’Albero è già parzialmente in fiamme, ma le spine sono ancora presenti e non possiamo proseguire. Ci facciamo strada quindi in questo misterioso luogo, combattendo l’orribile Godskin Duo e il Dragonlord Placidusax, per infine arrivare alla nostra meta, la Runa della Morte. Come sappiamo, è nelle mani di Maliketh ed è proprio lui che ci tocca affrontare, ma non prima di una ulteriore scoperta: lo avevamo già incontrato sotto le spoglie del Beast Clergyman Gurranq, alla ricerca dei frammenti di Death Rune sparsi per il mondo sottoforma di radici; se gliele abbiamo consegnate tutte, avrà dialoghi unici durante lo scontro.
NOTA: so benissimo che l’NPC Gurranq rimane presente anche dopo aver sconfitto il boss, ma oltre al fatto che ci riconosce se abbiamo completato la quest, ci sono altri fattori che confermano che sia lo stesso individuo. Gurranq ha lo stesso bracciale con la Death Rune che vediamo al boss e nei file di gioco i dialoghi di Maliketh durante la bossfight sono nella sezione dell’NPC. Purtroppo, credo rimanga presente per soli fini di gameplay, visto che altrimenti sarebbe impossibile ottenere i premi per la sua quest. Visto che sia Mohg che Morgott riescono ad avere “emanazioni” che sopravvivino alla propria morte, ritengo sia qualcosa di simile anche qui.
Placidusax (opzionale) e Maliketh (obbligatorio), quest'ultimo in entrambe le forme
Uccisa “la Lama Nera” possiamo liberare la Destined Death e dare realmente fuoco all’Erdtree, distruggendo Leyndell e la Roundtable come effetto collaterale. Avanzando troveremo a sbarrarci la strada Gideon, convintosi che le cose debbano rimanere nello stato attuale, ma è tornando nell’arena di Morgott che troveremo la vera sorpresa: Godfrey, primo Elden Lord, con il cadavere del figlio tra le braccia e tornato per reclamare ancora una volta il suo posto al fianco di Marika. A metà dello scontro si spoglierà di armi e armatura, rivelandosi come l’ultimo Tarnished dell’intro mancante: Hoarah Loux, guerriero. Ecco, quindi, da dove derivano tutti i Tarnished, noi compresi, ed ecco perché possiamo reclamare il trono di Elden Lord. Abbattuto infine anche quest’ultimo ostacolo, possiamo finalmente entrare nell’Erdtree.
. Al suo interno, in uno spazio completamente nero e vuoto, troviamo sospesa e legata ad un frammento di Elden Ring Marika stessa; la Runa si spezza e la divinità cade al suolo. Rialzandosi, i capelli diventano rossi e i tratti si fanno più spessi: una volta in piedi è ormai Radagon, in quella che è una conferma se avete risolto l’enigma della statua o una enorme sorpresa se invece non l’avete fatto. Il “Re Consorte” però è letteralmente a pezzi, a causa della rottura dell’Elden Ring di cui è ricettacolo (visto che è anche il corpo di Marika), ed i suoi tentativi di fermarci sono destinati a fallire. Una volta sconfitto Radagon ci troveremo davanti l’Elden Beast, l’ultima difesa che la Greater Will usa per proteggere l’Anello ed incarnazione stessa del Golden Order. Con la Remembrance di questo boss possiamo ottenere le ultime risposte di questa avventura: il Martello di Marika ci dice che fu lei a distruggere l’Elden Ring, mentre la sua altra metà provò a fermarla e a riparare il danno; l’Incantesimo Elden Stars invece ci spiega che la Greater Will inviò una stella dorata nelle Lands Between, la quale conteneva proprio l’Elden Beast, la quale sarebbe diventata poi l’Elden Ring stesso. A questo punto, siamo pronti per scegliere il nostro finale.
L'Elden Beast il (deludente a parer mio) boss finale del gioco.
FINALI
Come detto nell’altro articolo, i finali di Elden Ring sono abbastanza deludenti, non tanto per cosa succede quanto per la pessima esposizione. Tolti infatti quello di Ranni e quello della Frenzied, tutti gli altri finali consistono grosso modo nelle stesse scene con un filtro colori leggermente diverso, nessuna conseguenza è raccontata e solo le descrizioni delle Mending Runes offrono un minimo di spiegazioni. I 6 finali del gioco sono:
- Age of Fracture, il finale base del titolo e che richiede semplicemente di completare il gioco; il Tarnished userà le Great Runes accumulate per ripristinare il Golden Order e mitigare i danni causati dallo Shattering
- Age of Order, il finale ottenuto usando la Mending Rune di Goldmask; è il finale che ho capito meno, in cui il Golden Order viene “perfezionato” rimuovendo la fallacità della Greater Will (qualsiasi cosa significhi)
- Age of Duskborn, ottenuto tramite la quest di Fia; la Morte torna a far parte interamente dell’Ordine, senza più limiti o vincoli
- Blessing of Despair, usando la Runa dataci dal Dung Eater; maledice tutto e tutti coloro che appartengono all’Ordine, rendendo di fatto “nessuno” maledetto poiché è la nuova normalità
- Age of Stars, il finale di Ranni, in cui ella prenderà il posto di Marika come divinità e fonderà un nuovo Order; sia lei che noi andremo nelle stelle, in modo da ridurre l’influenza diretta sulle Lands Between
- Frenzied Flame, il finale obbligato se siamo sotto l’influenza delle Tre Dita e nel quale bruciamo completamente tutto ciò che esiste, rendendolo di nuovo “uno”; se Melina non dovesse essersi sacrificata, comparirà al termine della cutscene, promettendo di trovarci e ucciderci, aprendo l’occhio chiuso che rivela un’iride viola
Il finale della Frenzied Flame: decisamente non un 'good ending'
LORE: Le certezze
Cerchiamo di riordinare un po’ le informazioni che abbiamo, cercando di ricostruire per quanto possibile una linea del tempo con gli eventi certi che hanno portato all’inizio del gioco; potrebbe esserci qualcosa di lasciato vago, ma che ci permetterà così di non impuntarci su dettagli inutili. Citerò sempre gli oggetti e/o i dialoghi di riferimento, mettendoli tra [].
Innanzitutto, sappiamo che prima dell’Era dell’Erdtree le Lands Between erano abitate da Draghi e Giganti [qualsiasi Drake talisman], con Placidusax che rivestiva il titolo di Dragonlord ed era verosimilmente il “consorte” della divinità di quel momento, probabilmente il One-Eyed-God venerato dai giganti o forse qualcun altro [Placidusax’s Remembrance e One-Eyed-Shield]. Non abbiamo la certezza dell’ordine, ma ad un certo punto arrivarono i Numen, tra cui Marika stessa, e la Greater Will mandò in quelle terre l’Elden Beast, che diventerà l’Elden Ring stesso e quindi la base dell’Erdtree [Elden Stars]; Marika viene scelta come vassallo di questa entità ed insieme a Godfrey dà guerra ai Giganti, possessori dell’unica cosa in grado di danneggiare l’Albero: la Fiamma della Rovina [Elden Lord’s set e dialogo di Enia]. Dopo una lunga guerra, Marika riuscì a prevalere, insediandosi al posto della precedente divinità e privando il proprio consorte ed i suoi guerrieri della Grazia [Elden Lord’s set]: divenuti Tarnished, furono scacciati dalle Lands Between e mandati ad ottenere nuove conquiste (verosimilmente le Badlands citate nell’intro), garantendo loro che quando fossero tornati sarebbero stati accolti con onore [dialoghi nella Terza Chiesa di Marika e del Pellegrinaggio]; ovviamente al tempo erano già nati i figli di Marika e Godfrey: Godwyn, Morgott e Mohg.
Ma il dominio sulle Lands Between non era ancora totale e sappiamo infatti di almeno altri due conflitti di grossa portata: la Guerra contro i Draghi e quella contro i Cariani. Della prima sappiamo che fu iniziata proprio da una delle creature, Gransax, quando attaccò Leyndell e ne distrusse le mura [Bolt of Gransax] e che terminò quando Godwyn sconfisse Fortissax, diventando in seguito suo amico e integrando il culto dei Draghi con quello dell’Erdtree [Lightning Spear]. La seconda invece vede Radagon, fedele seguace del Golden Order, combattere contro Rennala, la regina Cariana e capo dell’Accademia, per poi innamorarsene: i due si unirono in matrimonio e la Guerra terminò [dialoghi di Miriel e molte descrizioni]. I due ebbero diversi figli, tra cui Radahn, Rykard e Ranni; non sappiamo se ce ne fossero altri ormai morti o se fossero solo loro tre, visto che ci sono descrizioni che fanno riferimento a “Principesse Cariane” che potrebbero essere altre sorelle di essi o semplicemente figure precedenti, come personalmente ritengo più verosimile [Carian Filigreed Crest]. In ogni caso, Radagon venne ad un certo punto scelto come secondo Elden Lord e divenne Re Consorte sposando Marika, dovendo quindi abbandonare la propria famiglia [dialoghi di Gideon]; dalla loro unione sappiamo nacquero i due gemelli Malenia e Miquella, che insieme a Ranni vennero riconosciuti come Empirei e degni quindi di succedere a Marika in un possibile futuro.
Il Fire Giant è l'unico Gigante che incontriamo nel corso del gioco, ma persino lui è molto più piccolo dei teschi che troviamo per la mappa
Qui le cose si fanno complicate: sappiamo che Ranni, per evitare il controllo delle Due Dita, rubò a Maliketh un frammento di Runa della Morte e la usò per disfarsi del proprio corpo, ma anche Godwyn rimase coinvolto perdendo quindi l’anima, rimanendo praticamente in uno stato vegetativo [dialoghi di Ranni]. Marika impazzisce e prova a distruggere l’Elden Ring, Radagon la interrompe e tenta invece di ripararlo: contendendosi il controllo dello stesso corpo, finiscono molto probabilmente in una situazione di stallo e la Greater Will è costretta a rinchiuderà l’entità dentro l’Erdtree per evitare ulteriori danni [Marika’s Hammer e dialogo di Enia]. Ma l’Anello è stato comunque in parte spezzato e i Semidei ottengono le rispettive Grandi Rune. Dai troni nell’arena di Morgott possiamo immaginare che per un periodo abbiano provato ad andare d’accordo, ma presto hanno iniziato a combattersi a vicenda, ognuno con il proprio piano:
-        Morgott sceglie di proteggere la Capitale e l’Erdtree, mantenendo lo status quo ed evitando che qualcuno dia fuoco all’Albero
-        Malenia decide che deve essere suo fratello Miquella a regnare, succedendo a Marika in quanto divinità delle Lands Between
-        Mohg, similmente, trama per rendere Miquella una divinità vera e propria, per poi divenire suo consorte
-        Rykard si fa mangiare dal Serpente, per ottenere il potere di sconfiggere gli altri Semidei
-        Godrick viene scacciato dalla Capitale da Morgott e si rifugia a Stormveil, dove cerca di accumulare potere per rivaleggiare con gli altri
-        Radahn è quello con l’obbiettivo più dubbio, forse vuole semplicemente diventare Elden Lord seguendo le orme del suo idolo Godfrey [come citato nel suo Set]
Ha quindi inizio lo Shattering, la guerra che, come sappiamo fin dai trailer, è destinata a non vedere nessun vincitore. Rykard viene molto probabilmente sconfitto da Morgott e costretto a ritirarsi a Gelmir (come dimostrato dalla presenza di soldati di Leyndell al Monte), Morgott ed i suoi Night’s Cavalry uccidono nemici in lungo ed in largo [Night’s Cavalry set] e Mohg nemmeno partecipa.  Malenia avanza verso Sud, sconfiggendo le armate di Caria, costringendo Godrick alla resa e scontrandosi infine con Radahn [Sword Monuments e trailer]. L’esito di questo scontro lo sappiamo: i due pareggiano, Malenia usa lo Scarlet Aeonia con come conseguenza la distruzione di Caelid; lei viene riportata all’Haligtree da un soldato [Cleanrot Knight Finlay ashes] e Radhan viene a poco a poco consumato dallo Scarlet Rot, perdendo il senno [dialoghi di Jerren]. Mohg rapisce Miquella, approfittando proprio dell’assenza di Malenia, ed inizia ad eseguire dei rituali per liberarlo dalla sua forma infantile, riuscendoci solo in parte [Remembrance of the Blood Lord].
Lo scontro tra Malenia e Radahn è sia l'apice che la conclusione dello Shattering
Non sappiamo se prima della Guerra, durante o dopo, ma i membri di Raya Lucaria si ribellano a Rennala e ai Cariani, imprigionando la Regina nella Libreria dell’Accademia [set di Rennala] e attaccando la Magione, venendo però scacciati dalle trappole e dalle creature all’interno [dialogo di Iji].
 
A questo punto la Greater Will decide di richiamare i Tarnished tramite la Grazia, viene fondata la Roundtable (oltre a quella di Leyndell) e inizia quindi la corsa per diventare Elden Lord. Abbiamo il nome di qualche Tarnished che si è distinto, come Vargram, Lionel, Bernhal e Vyke, di cui abbiamo già narrato la storia. Da lì a poco arrivano anche i Tarnished citati nell’intro, tra cui noi stessi.

LORE: Outer Gods
Siamo ormai fuori dalle certezze, ma nulla di ciò che sarà riportato di seguito fa parte di una personale teoria: gli Outer Gods sono un aspetto lasciato abbastanza vago dal gioco, ma la cui influenza è a dir poco importante e presente. Innanzitutto, è doveroso fare una distinzione sottile ma fondamentale: la Greater Will è un Outer God, mentre Marika è definita “goddess” e come sappiamo ne è praticamente il vassallo. Lo stesso discorso vale per Malenia, visto che sappiamo che lo Scarlet Rot ha origine da un Outer God sigillato [Blue Dancer’s Talisman].  Anche la Luna Oscura incontrata da Ranni e da Rennala è verosimilmente un Outer God, collegata alle Città Eterne e alle Stelle, e fonte delle Stregonerie nello stesso modo in cui gli Incantesimi provengono da varie figure; tra di esse, è ovviamente inclusa la Frenzied Flame che è definita ‘Outer God’ dal Miquella’s Needle.
Sappiamo poi che Mohg venera una ‘Formless Mother’ legata al sangue e forse anche alla Stars of Blood citata nella magia ‘Briars of Punishment’. Probabilmente serve anche come citazione a Oedon, uno dei Great Ones di Bloodborne e anche lui definito ‘Formless’ e con una forte connessione al sangue. Infine, un po’ dubbio è il One-Eyed-God dei giganti, che non è ben chiaro se fosse un vero e proprio Outer God o se invece ricoprisse lo stesso ruolo di Marika, verosimilmente per un’entità legata al fuoco.
QUEST&NPC
Dopo aver esaminato trama e lore, finalmente posso dire qualcosa sulle quest che popolano Elden Ring. Ne ho già esaltato la bellezza e le problematiche nella recensione, quindi vorrei parlare di un paio di esse che mi hanno colpito e sorpreso. Prima di tutte quella di Fia, in grado nella sua semplicità di mostrare un personaggio con diverse sfaccettature: gentile e accogliente con noi, non mostrerà la minima esitazione nell’uccidere D e minacciare chiunque provi ad opporsi a ‘Coloro Che Vivono Nella Morte’, per poi ritrovarla nientemeno che ai piedi della “salma” di Godwyn. Qui, una decisione che non dimenticherò mai: ucciderla e vendicarci dell’inganno subito o chiederle di abbracciarci nuovamente. Fare quest’ultima scelta e ritrovarsi al cospetto di una bossfight, quella di Fortissax (con una delle OST migliori del gioco, a mani bassissime), fu qualcosa di spettacolare e coinvolgente.
Lichdragon Fortissax è una bella bossfight, peccato incontrare tanti simili (anche se dal moveset ben più semplice) nelle fasi finali
Alexander, il “Sieg-bro” di quest’avventura, si rivela un personaggio squisito e (come da tradizione coi nostri cavalier cipolla) meno allegro e spensierato di quanto si possa intendere inizialmente. Trovarlo ferito nel corpo ma soprattutto nello spirito dopo lo scontro con Radahn e vederlo accogliere in sé cadaveri di guerrieri per “migliorarsi” è un momento importantissimo, che conduce ad un epilogo che ha ‘Fromsoftware’ stampato sopra. Dopo aver superato incredibili avversità, dopo aver ucciso il Fire Giant e raggiunto Farum Azula, “The Iron Fist” Alexander ci chiederà un duello onorevole, fino alla morte, in cui possa finalmente cadere come un grande guerriero. In punto di morte, dirà che sapeva di non poter trionfare e ci chiederà di portare un pezzo di lui con noi, similmente a quello che lui faceva con i guerrieri caduti.
Chi l'avrebbe mai detto che un vaso sarebbe stato un così valido personaggio
Quasi scontato è parlare della quest di Ranni, sicuramente la più lunga ed articolata dell’intero gioco, e che può diventare quasi una “narrazione alternativa” se vi immergerete a fondo nel roleplay. Una quest che ci porterà da Liurnia a Caelid, da Nokron a Nokstella, e che ci farà incontrare una moltitudine di NPC: il fedele uomo-lupo Blaidd, il consigliere di guerra Iiji e lo stregone Seluvis, a sua volta dotato di una quest propria che si intreccerà a quella di Nepheli e nientemeno che quella di Gideon Ofnir; potrebbe esservi persino richiesto di incontrare Sellen e Rogier, in base ai passi che farete. Ma soprattutto, incontrerete Ranni, una figura centrale per l’intera lore del titolo e che ha saputo conquistare la maggior parte dei giocatori (e l’internet, non penso che qualcuno abbia dubbi in proposito). Parlare con una figura come Ranni è un’esperienza che è sempre stata preclusa nei precedenti titoli From, e anche quando succedeva (come nei casi di Gwendolin o Yhorska) queste figure dicevano pressoché nulla su sé stessi e sui propri piani. Ranni invece ben presto ci include nei suoi progetti, ci racconta il suo passato e riesce sinceramente ad affezionarsi a noi, come con i suoi altri servitori. Non è il “capo” di una Covenant, non è (come purtroppo ci sono comunque in Elden) un NPC che si incontra, richiede x oggetti e ci saluta alla fine con una ricompensa: i dialoghi, le interazioni e anche i passaggi stessi della quest la rendono incredibilmente presente ed integrata nel mondo di gioco.
Menzione d'onore anche a Roderika e Hewg, i quali, pur non avendo una vera e propria quest, ci regalano bellissime interazioni e un'evoluzione comportamentale che non mi sarei mai aspettato da NPC così legati al gameplay. Arrivare alla fine dell'avventura, con un numero di volte nelle quali si ha parlato loro semplicemente spropositato, e sentirli entrambi fieri sia di noi che del proprio lavoro, non può che scaldare il cuore. From ha una lunga storia di fabbri scorbutici (e un po' tsundere se permettete), ma penso di poter dire che nessuno si avvicina minimamente alla presenza di Hewg in questo titolo, che ogni volta ci accoglie con un cinico "pensavo fossi morto". Anche nel finale, con la Roundtable in fiamme ed il loro ruolo ormai concluso, riescono a regalarci un'ultima emozione e dialoghi da fare invidia a molte quest.
Hewg, il fabbro principale del gioco (nonché l'unico, in un certo senso)
Purtroppo, però, anche qui non sono mancati gli scivoloni. Se Gurranq, Dung Eater e Hyetta sono qualcosa di classico degli open world, ai quali portare i rispettivi oggetti chiave, ci sono invece quest che sono un vero e proprio disastro. La peggiore è probabilmente quella di Sellen, costellata di trigger assurdi che lasciano il giocatore terribilmente confuso sul da farsi: penso che quasi tutti ne abbiamo trovato il “vero corpo” svariate ore prima di potergliene poi parlare. Ma quello è solo il primo di svariati problemi, anche il ritrovamento dei due stregoni è gestito malissimo, con uno dei due da trovare in solitaria e che le farà richiedere di andare a cercare l’altro. Liberarla dalla prigionia vuol dire poi perderla come mercante dall’altra parte fino a quando non si trovi un nuovo “ospite”, che potrebbe essere un tempo lunghissimo in base a come il giocatore decide di procedere.
Ugualmente terribili sono Nepheli Loux e Kenneth, che dopo la patch 1.3 hanno visto finalmente la conclusione delle rispettive quest… a patto di aver praticamente finito il gioco. I due, infatti, rimarranno immobili e senza dire nulla praticamente per 3/4 del gioco, per poi avere uno sviluppo random una volta completata Leyndell e arrivare direttamente all’epilogo della vicenda.
Infine, Millicent ha una quest che sarà anche bella, ma compare in luoghi pressoché casuali (fissi, ma senza alcun riferimento nei dialoghi o altro), rendendo il seguirla un compito fastidioso e scomodo, a meno di non fare per mera fortuna esattamente il suo stesso percorso, incontrandola quindi di volta in volta alle Grazie. Un discorso difficile è invece Varré, per il quale è necessario essere online e che pone quindi un grosso limite per chiunque non possa invadere altri giocatori, vuoi per mancanza di connessione, dell’abbonamento o banalmente di giocatori nel server in quel momento. Fortunatamente c’è modo di recuperare quasi tutto più avanti, ma parliamo di End-Game inoltrato contro il poter finire una quest a Liurnia. A Liurnia, capite?
Persino sapendo come muoversi, la quest di Sellen è scomodissima
MARIKA E RADAGON
Eccoci a quella che sicuramente è una delle rivelazioni più grandi del gioco. Non è tuttavia ben esplicitato come questa cosa sia possibile e se sono sempre stati una figura unica o se invece è qualcosa successo nel tempo. Dopo aver letto più e più volte le descrizioni e dopo averci ragionato con la mia collega, ecco una conclusione verosimile a cui siamo arrivati. Non abbiamo ovviamente modo di sostenere con certezza le nostre supposizioni (che tali rimangono), ma sono abbastanza supportate dai fatti per permetterci di provare a fornirle come risposta all’enigma.
Iniziamo dalle certezze che abbiamo: agli Empirei vengono assegnati dei "Lupi", che fungano da loro "Ombre" con due principali obbiettivi: assisterle come candidati a nuova divinità e fermarli nel caso si rivoltassero contro il Golden Order [dialoghi di Iji e Ranni, oltre che descrizione del Raging Wolf set].
La remembrance di Maliketh ci dice: "Maliketh was a shadowbound beast given to his Empyrean. Marika's sole need of her shadow was a vessel to lock away Destined Death. Even then, she betrayed him". Quindi lei ha in qualche modo 'neutralizzato' il proprio controllore, che infatti sappiamo non essere intervenuto al momento della frantumazione: chi l'ha fermata dal distruggere completamente l'Elden Ring è stato Radagon. Marika stessa, nell'eco che possiamo sentire nella Bedchamber dice: "O Radagon, leal hound of the Golden Order. Thou'rt yet to become me. Thou'rt yet to become a god.  Let us be shattered, both. Mine other self". Primo, vorrei far notare "leal hound" che, sebbene possa anche non essere incisivo, rimarca la natura "canina" di Radagon. Ma soprattutto, lei lo chiama "mine other self" subito dopo aver sottolineato che lui deve ancora diventare lei; è quindi ragionevole supporre fosse già una "parte" di lei... come un'ombra, ad esempio. Spiegherebbe anche perché la maledizione dei Giganti colpisca lui [Giant's Red Braid] e non lei, come sarebbe invece stato sensato che i Giganti facessero.  
Miriel ci dice: "You wish to know more of Lord Radagon? [...] However. When Godfrey, first Elden Lord, was hounded from the Lands Between, Radagon left Rennala to return to the Erdtree Capital, becoming Queen Marika's second husband and King Consort. Taking the title...of second Elden Lord. The mystery endures, to this day... As to why Lord Radagon would cast Lady Rennala aside... And moreover...why a mere champion would be chosen for the seat of Elden Lord..."
Scelto? Da quando l'Elden Lord è scelto? L'intero gioco si basa sul fatto che il trono è vacante, i Demigods si saccagnano tra di loro e noi Tarnished gareggiamo per prenderne il titolo; Godfrey rimarca che "A crown is warranted with strength!", e per quanto possa suonare solo come una frase fatta, è il modo in cui vediamo effettivamente salire al potere gli Elden Lord. Perché Radagon invece viene scelto? Perché è fedele. Perché la Greater Will sa che proteggerà il Golden Order sempre e comunque, come in effetti fa. In questo, si comporta esattamente come un'Ombra, come se fosse il Lupo di Marika. Questo suo essere scelto è rimarcato dal Radagon's Scarseal e dal Soreseal.
Godfrey, primo Elden Lord, col fido Serosh sulle spalle
Nell'arena dove combattiamo Maliketh, nel muro opposto alla nebbia, è presente una statua di una donna circondata da tre Lupi. Ora, è ragionevole pensare che sia una raffigurazione di Maliketh a guardia di Marika, in fondo lui è il suo "lupo". Ma quello raffigurato è un branco e, a volerla tirare un po', se da un lato la proteggono dall'esterno, dall'altro potrebbero anche starla "confinando". Noi sappiamo che la Greater Will interviene su Marika proprio attraverso tre figure: Maliketh, la Elden Beast (lo spuntone rosso nella cutscene pre-boss è uno degli attacchi della creatura) e, anche se pare una sua decisione, Radagon stesso. Tre come i tre lupi raffigurati. Inoltre, Radagon ha un forte legame coi lupi, visto non solo ne incontriamo di suoi durante il gioco, ma hanno anche due particolarità da non sottovalutare: utilizzano Stregonerie e sono rossi. Sul primo aspetto non c’è bisogno che mi dilunghi, la stregoneria è sinonimo di Intelligenza e questo basta come indice che non siano normali animali. Ma anche il colore ha la sua importanza, visto che sappiamo (sempre dal Giant's Red Braid) che la sua celebre chioma rossa non era l’aspetto originario del Campione e che addirittura odiava quel colore di capelli. Di sicuro, nemmeno i Lupi hanno un manto rosso naturale e non avrebbe senso che sia stato proprio lui a renderli così; verosimile quindi che, esattamente come i suoi figli, anche i Lupi abbiano in qualche modo ‘ereditato’ la maledizione di Radagon e siano quindi qualcosa di ben più legato a lui e non semplici ‘animali da compagnia’.
Ritengo che dopo il tradimento di Marika verso Maliketh, la Greater Will abbia cercato un altro modo per prevenire il peggio, assegnandole Radagon come secondo "Lupo", forzandolo nella scelta o quantomeno convincendolo. I Lupi Rossi credo possano essere una parte di lui o quantomeno una manifestazione del suo potere, in fondo ne troviamo uno a proteggere Rennala, uno vicino a Ranni, ed uno vicino alla città di Nokron, forse a protezione della Fingerslayer. Ne esistono altri, vero, e sono effettivamente 'a zonzo' senza un reale motivo (quello nella neve potrebbe star cercando un modo per andare dai gemelli, ma è tirarla fin troppo), ma questo indipendentemente dalla mia teoria. La domanda con cui voglio chiudere è: se è come dico (e sottolineo SE), Radagon ha fatto tutto ciò che sappiamo volontariamente o è stato costretto alla stregua di Blaidd?
Marika, legata all'Elden Ring (quantomeno una sua componenente) e trafitta dall'Elden Beast
La GLOAM/DUSK EYED QUEEN
Penso che chiunque di noi abbia battuto il Godskin a Caelid e si sia ritrovato tra le mani la Godslayer Sword, non abbia che potuto pensare “e questa mo’ chi diavolo è?”. La Regina pare infatti aver avuto un potere enorme, in grado persino di ferire ed uccidere gli dèi, prima di essere fermata da Maliketh e svanire praticamente nel nulla. Le informazioni che abbiamo sono poche: si dice fosse un’Empirea [Black Flame Ritual] e sappiamo appunto che guidava i Godskin. Non ci sono altre descrizioni rilevanti su di lei. Ma abbiamo qualcosa in più sulla Fiamma Nera: la sua fonte di potere era la Runa della Morte, prima che Maliketh la sigillasse [Scouring Black Flame]. Quindi la Regina brandiva quel potere prima di lui, canalizzandolo attraverso la Fiamma Nera e rendendola di conseguenza in grado di uccidere persino le divinità; probabilmente, come Maliketh fece in seguito, anche lei incastonò la Runa nella propria spada, visto che viene detto che le Fiamme Nere dei Godskin hanno origine da essa[Godslayer Sword]. Maliketh ci consegna però un altro utile oggetto, un occhio viola marchiato con un artiglio, in grado di percepire il potere della Morte: mi pare evidente fosse un occhio della Regina. Ora, ci serve una candidata Empirea, con un occhio solo, legata al fuoco e che abbia avuto a che fare con la Destined Death… direi che Melina la rappresenta bene no? Di fatto, nell’Ending della Frenzied Flame apre finalmente l’occhio sinistro ed è effettivamente viola. “Ma non viene mai detto che fosse un’Empirea e appunto in quel finale ha entrambi gli occhi”. Vero, permettetemi di arrivarci con calma.
Innanzitutto, per chi di voi avesse pensato “Ranni”: lei non ha nulla a che fare col fuoco (anzi, l’opposto visto che è molto legata al ghiaccio) e se avesse avuto un potere simile tra le mani dubito i Black Knives le sarebbero mai serviti, avrebbe potuto attuare il suo piano ben prima che Maliketh la privasse della Runa.
Partiamo quindi con una premessa doverosa: il mio ragionamento è in realtà stato fatto al contrario. Non mi sono infatti chiesto chi fosse la Gloam Eyed Queen, o comunque sono abbastanza abituato ai personaggi solo citati o accennati delle opere di From da accettare senza grossi problemi il non incontrarli mai. Il collegamento è partito vedendo Melina nel finale della Frenzied Flame, cercando una spiegazione al perché l’occhio chiuso fosse viola. E soprattutto perché non lo avesse mai aperto prima.  Il colore è ovviamente stata la prima tessera del puzzle: ‘dusk’ è crepuscolo e ‘gloam’ oscurità, entrambi associabili al viola (che è inoltre un colore abbastanza particolare da rendere distinguibile una persona solo in base ad esso). I discorsi di Melina sulla Destined Death non fecero che aumentare i dubbi, così come i suoi legami col fuoco: non solo ha il potere di brandire la Fiamma della Rovina, ma è anche visibilmente bruciata; lei stessa si definisce “burned and bodiless”.
Melina, per la maggior parte del gioco
Proprio questo ultimo termine è interessante: sappiamo che Ranni, proprio per via della Rune of Death, ha perso il proprio corpo; avrebbe quindi senso che Maliketh, sconfiggendo l’avversaria e privandola della Runa, ne usi il potere contro di lei. Il Beast Eye che ci viene dato ha un “claw mark” e non può che ricordare il simbolo visibile sulla palpebra di Melina fin dal primo trailer: se li sovrapponete, vedrete una certa continuità nel marchio. Ritengo quindi probabile che sia proprio il suo occhio e che nella cutscene finale lo riottenga, insieme alla propria forma corporea: di sicuro non sta usando l’energia dell’Erdtree per sostenersi (visto che è completamente bruciato), come indicato anche dall’occhio destro “spento” e senza Grazia; inoltre, anche i capelli hanno un aspetto diverso. Sul perché dovrebbe essersi incarnata, direi che è da imputare all’aver liberato la Runa della Morte e quindi anche la sua fonte di potere originale.
Melina, nel finale della Frenzied Flame
Rimane la faccenda dell’Empirea, ma è presto risolta: i dialoghi di Melina fanno presupporre che sia una figlia di Marika e non è affatto impossibile fosse quindi un’Empirea. Anzi, fa quasi strano che mentre Radagon ha Ranni, nessuno dei figli della sola Marika possa rivendicare tale titolo. Se fosse figlia di Godfrey e Marika, inoltre, avrebbe anche senso perché Ranni non citi la Gloam-Eyed-Queen quando parla degli Empirei: verosimilmente è stata sconfitta prima che Ranni nascesse, o quantomeno prima che venisse riconosciuta come Empirea e venisse quindi a conoscenza degli altri possibili candidati.
Quello che rimane è un problema, un problema non sottile: perché ci aiuta? Purtroppo, qui la narrazione di Elden Ring complica incredibilmente il cercare di trovare una conclusione sensata. Perché, se ci pensate, la stessa domanda vale in generale per Melina a prescindere dalla teoria. Mi spiego: i Tarnished sono guidati dalla Grazia e dalle Due Dita, ergo seguono il piano della Greater Will per ripristinare l’Elden Ring. È proprio Melina a mandarci alla Roundtable e, anche se tramite un peccato cardinale, ci permette di assolvere al nostro ruolo e divenire Elden Lord. Il problema è che noi possiamo fare qualsiasi scelta a quel punto e molte non sono a favore della Greater Will: il finale di Ranni su tutti, ma anche quello di Fia o del Dung Eater. Eppure, Melina non ci ferma in nessuno di questi casi, non cerca minimamente di allontanarci da queste figure o di avvisarci che è una deviazione dal percorso che dobbiamo seguire. L’unico finale a cui si oppone è quello della Frenzied Flame, arrivando ad abbandonarci definitivamente se mai pensassimo di impugnare quel potere anche solo una volta. Anche liberandosi dell’influenza di questo Outer God, infatti, lei non tornerà da noi e non abbiamo modo di sapere che fine faccia. È ragionevole supporre sopravviva, riacquisendo la sua forma corporea esattamente come nel finale della Frenzied, ma non si sa quali siano le sue intenzioni a quel punto. Ecco l’enorme problema: qualsiasi sia l’intenzione o l’obbiettivo di Melina, esiste almeno un finale (tolto quello della Frenzied) che vada contro di esso; nonostante ciò, lei è comunque disposta a sacrificarsi per permetterci di diventare Elden Lord. Anzi, l’unica scelta che le permette di sopravvivere è proprio l’unica a cui si oppone. Mi vengono in mente solo due spiegazioni:
 
-        Immolarsi è l’unico modo per porre fine al limbo in cui si trova, quello che le interessa è quindi solo quello e non il futuro delle Lands Between
 
-        Non le interessa favorire una o l’altra fazione, il suo obiettivo è liberare la Destined Death e renderla di nuovo una forza presente ed influente nel mondo
Se rileggete il dialogo prima di immolarsi, capirete perché non ritengo la prima una valida spiegazione, mentre la seconda sembra decisamente più ragionevole. Ma questa forte connessione con la Runa della Morte non fa che avvallare la mia teoria; vediamo se pare sensato anche a voi. Sappiamo che tale Runa venne rimossa dal Golden Order al momento della sua creazione [dialogo di Enia, dopo averle detto di voler bruciare l’Erdtree] e sappiamo (come detto in precedenza) che la Gloam-Eyed-Queen ne brandiva il potere prima che fosse presa in custodia da Maliketh. Quindi qualcuno, verosimilmente Marika, ha scelto di darle quella Runa: avrebbe senso se fosse l’erede designata, più che mai se ne fosse la figlia. Ma evidentemente quel potere la rese pericolosa (insomma, i Godskin non hanno esattamente un nome pacifico) e la Lama Nera venne mandata a fermarla, prendendo poi in custodia la Runa: in questo modo, si ebbe la certezza che nessuno l’avrebbe usata. Forse però, proprio in quanto figlia di Marika e Godfrey, riesce a legarsi all’Erdtree e aspetta l’occasione propizia per scatenare la Destined Death sul mondo; l’occasione ci riveliamo essere noi Tarnished. In aggiunta, a prescindere dalle nostre scelte, nel nostro cammino contribuiremo a “vendicarla”, visto che non sono poche le figure divine che ci ritroviamo ad uccidere, tra cui Maliketh stesso.
È probabilmente sempre alla Runa della Morte che Melina si riferisce quando parla di uno “scopo” datole dalla madre: “There is something I'd like to say. My purpose was given to me by my mother. But now, I act of my own volition. I have set my heart upon the world that I would have. Regardless of my mother's designs. I won't allow anyone to speak ill of that. Not even you.” Mi pare abbastanza evidente come anche lei abbia deviato dal tracciato, e l’idea che fosse un’Empirea che ha poi deciso di agire in maniera diversa dal previsto mi pare aderire perfettamente al dialogo appena letto. Il motivo per cui non vuole assolutamente che noi utilizziamo la Frenzied Flame è che il mondo sarà “tutto uno”, un mondo senza vita e, di conseguenza, senza Morte. Di sicuro non si incastra tutto perfettamente, ma come ho detto è anche dato una mancanza di informazioni e possibilità di gameplay: non sapere come Melina reagisca all’essere incarnata ed in un finale diverso dalla Frenzied è un enorme “buco” di cui tenere conto durante una speculazione simile.
Ho avuto non pochi brividi in questa cutscene.
"Now I fight as Hoarah Loux, Warrior!"
CONCLUSIONI
Eccoci arrivati al termine di questo secondo articolo su Elden Ring, in cui spero di aver interessato sia chi conoscesse la narrativa di Elden Ring sia chi non. Ci sarebbero sicuramente altre mille cose di cui poter parlare, come il misterioso precedente padrone di Torrent, ma sono argomenti forse più da post Reddit che da articolo come vuole essere questo. Anche le due teorie proposte contengono tutto sommato più fatti che strani ragionamenti o voli pindarici, sebbene non siano confermate da nessuna parte e non possa quindi darle per certe. Con questo posso dichiarare conclusa la trattazione di Elden Ring: due articoli opposti ma complementari, un po’ come i due cursemark della Runa della Morte.
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