The Legend of Vox Machina - VisiThors

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Come si sarà ben intuito dall’aggiunta di articoli che trattano di serie TV e fumetti, è ormai evidente che siamo dei nerd sotto ogni punto di vista, amanti di praticamente qualsiasi cosa rientri nell’enorme ombrello della cultura POP. Poteva mancare il gioco di ruolo? Ma certo che no.
 
Sono ben lungi dal definirmi un’esperta nell’ambito dei GdR da tavolo, avendo iniziato a giocare giusto un paio di anni fa (proprio a poche settimane dall’inizio del primo lockdown… che tempismo, eh?) e avendo un’esperienza limitata a poche campagne concluse, diverse abbandonate, e due in corso. In tutto questo, chiunque si sia anche solo appena immerso nel meraviglioso mondo del roleplay capirà che ho una mancanza importante: non ho mai giocato a D&D, se non si considera qualche sessione in infanzia sulla primissima edizione. Ma ovviamente, bazzicando qualche gruppo Discord e canali Youtube, non solo è inevitabile arrivare a conoscere un minimo il manuale più famoso e celebre in tutto il mondo, ma anche venire a sapere dell’esistenza di un canale che ha fatto un servizio enorme per diffondere il gioco di ruolo a livello internazionale: Critical Role. Se avete aperto questo articolo immagino che probabilmente saprete di chi sto parlando, ma nel caso in cui siate tra coloro che hanno visto The Legend of Vox Machina (la serie animata che recensirò a breve) senza sapere da dove derivi, sappiate che è la trasposizione animata proprio dell’omonima prima campagna di D&D portata sul canale di Critical Role. Ma cos’è esattamente Critical Role? È un gruppo di talentuosissimi voice actor (parliamo di personalità del calibro di Matthew Mercer, Ashley Johnson e Laura Bailey: chiunque sia anche solo un minimo interessato al mondo di doppiaggio e recitazione sa che ci troviamo a livelli altissimi) che si sono riuniti in privato per giocare una campagna su Pathfinder (un altro manuale di stampo fantasy classico) e che nel 2015 hanno deciso di portare quell’esperienza in pubblico, trasferendosi su D&D. Ospitata sul canale Youtube di Geek & Sundry, Vox Machina è composta da 115 episodi che si sono conclusi nel 2017, e nel 2018 è iniziata una seconda campagna (Mighty Nine) conclusasi nel 2021. Attualmente è iniziata da poco una terza campagna, il cui primo episodio è stato pubblicato nell’ottobre 2021. Nel 2019 i membri di Critical Role hanno aperto un canale personale, discostandosi da Geek & Sundry in seguito all’enorme successo del progetto, e hanno iniziato a raccogliere sempre più appassionati e neofiti che si sono approcciati al gioco di ruolo proprio grazie a loro.
I Critical Role, da in altro a sinistra: Sam Riegel, Taliesin Jaffe, Marisha Ray, Matthew Mercer, Liam O'Brien, Laura Bailey, Ashley Johnson e Travis Willingham
Ma in tutto questo, come si colloca la serie animata? Semplicemente, in seguito alla fine della prima campagna Critical Role ha indetto un Kickstarter con l’intento di realizzare un corto animato basato sull’avventura, ma contro ogni aspettativa si è raccolto abbastanza denaro da riuscire a realizzare un’intera serie (e sappiamo che la creazione di prodotti animati è fra le cose più costose e che necessitano di più tempo nell’ambito cinematografico e seriale), e l’aiuto in produzione di Amazon, sulla cui piattaforma streaming Prime Video è stato pubblicato il prodotto, ha permesso l’uscita nel 2022 di questo ambizioso e meraviglioso progetto.
Questa lunghissima premessa ha due scopi: primo, far capire a chi non sia avvezzo al mondo del gioco di ruolo da dove sia nata quest’opera; secondo, rendere chiaro con che ottica vada fruita questa serie. Approcciarsi a Vox Machina aspettandosi una serie fantasy senza pecche, incredibile e dalla sceneggiatura stellare è l’errore più grande che si possa fare. Non stiamo vedendo una storia scritta da un professionista, ma da un (bravissimo) Matthew Mercer che è sì da anni un DM, ma principalmente e professionalmente un voice actor. E allo stesso modo, i personaggi non sono gestiti da uno sceneggiatore, ma sono creati e portati avanti da un gruppo di doppiatori, chi con più e chi con meno esperienza nel gioco di ruolo, per quanto ovviamente sono stati accostati a dei professionisti nella stesura e trasposizione in serie animata.
Questa a parer mio è la prospettiva con cui ci si deve approcciare alla serie, ed è il modo in cui si è in grado di godersela di più. So che ci sono diverse persone che non avevano idea della nascita del progetto e che l’hanno comunque molto apprezzata, ma a parer mio ci sono diversi sviluppi, scene e cambi di tono che per chi non conosce il gioco di ruolo possono risultare… frustranti, sciocchi, incomprensibili. In qualsiasi altra serie è stupido e inconcepibile che un gruppo di potenti avventurieri rimanga bloccato e non possa proseguire per una semplice porta che non vuole aprirsi: qui, se si gioca di ruolo, quella scena è esilarante, perché si capisce perfettamente che quella è un’istanza in cui sono stati effettuati diversi tiri di dado andati decisamente male, e non può che strappare un sorriso.
Prima però di passare alla trattazione della serie in sé, mi concedo un’ulteriore informazione aggiuntiva, dettata puramente da passione e “fierezza”: non è comune che io lo dica, ma se vi è piaciuto e lo avete guardato la prima volta in lingua originale (come ho fatto io), prendetevi un po’ di tempo per guardarlo nel suo doppiaggio italiano. Sono 12 episodi tra i 22 e i 30 minuti circa, non si perdono giornate e giornate con un rewatch. Perché lo dico? Non semplicemente perché i doppiatori hanno fatto effettivamente un lavoro eccezionale, ma perché la versione in italiano ha un adattamento molto speciale, e uno dei pochi di cui io sappia che è stato sicuramente e indubbiamente fatto con cura, amore, e soprattutto conoscenza del materiale originale (non comune nel mondo di doppiaggio e adattamento, per colpa di nessuno). A gestire l’adattamento italiano è stato infatti Gianandrea Muià, un giovane doppiatore che molti di noi conoscono grazie al suo lavoro sul canale Youtube Orion, in cui vengono ridoppiati principalmente contenuti di influencer stranieri (come Domics e Gigguk) in modo da renderli fruibili anche agli appassionati italiani che non possano fruire del video originale per una barriera linguistica.
Perché trovo così importante la partecipazione del buon Gian a questo progetto? Beh, perché da pochi anni Gianandrea partecipa a quello che ad oggi è il più grande progetto legato al gioco di ruolo in Italia, ossia Inntale, in parole povere un progetto multimediale di divulgazione sul gioco di ruolo ideato da Simone Rosini, uno dei grandi nomi della Youtube che fu conosciuto principalmente per il suo lavoro sui vecchi Fancazzisti Anonimi, e che dopo essere scomparso dai radar è tornato con questa incredibile idea.
Ora penso che sia chiaro il perché io sia così felice e affezionata all’adattamento italiano: è realizzato da un ragazzo non solo talentuoso nel suo lavoro, ma che conosce benissimo il mondo del gioco di ruolo e che conosceva già in precedenza Critical Role, garantendo un’attenzione e un rispetto per l’opera originale che non è proprio comune. In poche parole: potreste guardare direttamente l’adattamento italiano ed essere certi che non c’è niente che viene snaturato nella trasposizione linguistica, quindi sta a voi decidere se fruirlo in inglese o in italiano principalmente in base a una preferenza linguistica o d’interpretazione. A favore dell’originale c’è sicuramente il fatto non solo che (ovviamente) si tratta del modo in cui è stato concepito, ma che i personaggi sono interpretati proprio dai voice actor che li hanno creati e giocati per anni, quindi sono la definizione di trasposizione fedele.
Detto questo, finalmente posso iniziare a parlare della serie. Spero che mi perdonerete la prolissità, perché erano premesse e chiarimenti che consideravo molto importanti e soprattutto a cui tenevo. Farò spoiler, ma verranno come al solito segnalati, quindi niente paura.
TRAMA E PERSONAGGI
 
L’avventura prende luogo nel mondo di Exandria, e più nello specifico nell’Impero di Tal’Dorei, attualmente sotto la giurisdizione dell’Imperatore Uriel. Nell’ultimo periodo diversi villaggi nella periferia di Emon -la capitale- sono stati distrutti e molti degli abitanti sono rimasti uccisi, ed Uriel è determinato a incaricare qualcuno per scoprire che cosa sta succedendo nel suo territorio. I (s)fortunati sono il gruppo errante di avventurieri Vox Machina, alla disperata ricerca di qualche commissione per poter mettere su qualche soldo, che hanno sperperato ormai da tempo a furia di risse, baldoria e generale caos. Forse proprio perché la perdita di un gruppo così… particolare non sarebbe poi una vera perdita, Uriel incarica loro di debellare la minaccia che sta colpendo con tutta questa forza i dintorni della capitale. Ed è così che i nostri sette protagonisti si ritrovano scortati e poi abbandonati nel luogo interessato, pronti (ma non particolarmente convinti) ad indagare per accaparrarsi la ricompensa che è stata loro offerta.
I Vox Machina, da sinistra: Percy, Pike, Grog, Scanlan,Keyleth, Vax e Vex
Passando per un villaggio già in parte distrutto e ridotto a macerie, gli avventurieri iniziano a raccogliere le prime informazioni parlando con gli abitanti locali, che affermano che la creatura responsabile di questi attacchi è volata sopra di loro mentre spargeva distruzione, e notando degli alberi distrutti il gruppo si incammina nel tentativo di individuare il nascondiglio della creatura. Una volta giunti sul posto, si rendono conto di aver a che fare con una minaccia molto più grande di quella che avevano anticipato: si trovano faccia a faccia con un enorme drago blu che dovranno cercare di abbattere se vogliono sopravvivere. Esiste forse un inizio più classico, per una campagna di gioco di ruolo fantasy?
Quello che ho appena descritto succede nel primo episodio, e non l’ho nemmeno raccontato nella sua interezza. Questo per far intendere, senza spoiler, che la classica caccia al drago cattivo e distruttore non è il fulcro di questa prima stagione, ma semplicemente il suo punto di avvio. Non che poi la storia si evolva in modo assolutamente originale, mai visto prima e sorprendente, ma sicuramente è meglio di “drago cattivo, meniamolo” e offre degli spunti interessanti su alcuni dei personaggi.
Ma chi sono questi protagonisti? Tra personaggi classici che di più non si può e altri che promettono di avere di più sotto la superficie, i membri della squinternata Vox Machina sono sette:
Scanlan è uno gnomo stereotipo del bardo caciarone ed edonista, che non fa altro che tentare di attirare l’attenzione su di sé e portarsi a letto qualsiasi cosa respiri (e forse per questo il personaggio che io ho trovato più fastidioso e meno interessante), interpretato da Sam Riegel; Grog è un barbaro golia, a sua volta uno stereotipo vivente -essendo il barbaro che non vede l’ora di menare le mani- ma con un twist un po’ più rinfrescante dato il suo atteggiamento estremamente infantile e spesso molto dolce nei confronti del party, ed è interpretato da Travis Willingham; Pike è uno gnomo chierico, che segue i dettami di una divinità chiamata Sempre Chiara ed interpretata da Ashley Johnson; Vex’ahlia e Vax’ildan sono una coppia di mezz’elfi gemelli, la prima un ranger ed il secondo un rogue, con un rapporto di estrema fiducia e affetto nei confronti l’una dell’altro, e sono interpretati rispettivamente da Laura Bailey e Liam O’Brien (che, piccola chicca, sono nati lo stesso giorno, da qui l’idea di interpretare dei gemelli); Keyleth è una mezz’elfa, druido della tribù degli Air Ashari, che sta vivendo quest’avventura con il gruppo per superare una sorta di “prova” e dimostrare di essere meritevole di guidare il proprio clan quando sarà tornata da loro, è interpretata da Marisha Ray.
Infine Percival, chiamato da tutti Percy, l’unico umano del party ed un abile ingegnere e pistolero, che presto diventerà, se non il protagonista, almeno il personaggio focale della prima stagione. È interpretato da Taliesin Jaffe, che già all’epoca della campagna aveva sorpreso tutti con le sue improvvisazioni di altissimo livello e interi monologhi inventati con un’apparente facilità invidiabile. A doppiare un paio di personaggi poi ovviamente anche Matthew Mercer, master della campagna originale.
Senza entrare nel dettaglio, ci tengo a reiterare che approcciarsi alla visione di questa serie aspettandosi un fantasy epico di altissimo livello è la cosa più sbagliata che si possa fare. Ma spero che questo sia evidente sin dai primi minuti, conditi da volgarità, comicità a tratti molto cruda, e soprattutto tanto, ma tanto sangue. Non fatevi ingannare dalla locandina, dagli elfi e gli gnomi; non è decisamente un prodotto per bambini, ma non per questo è un prodotto pesante. Per la maggior parte del tempo l’atmosfera è scanzonata e condita da battutine a destra e a manca, ma soprattutto nella seconda parte non sono poche le sequenze e le scene decisamente più seriose e che scavano un po’ di più nell’interiorità dei personaggi (ma, come accennato, ci sono spesso degli scambi che stemperano l’atmosfera: avverto che per alcune persone sono convinta che possano essere fastidiosi, ma in questo contesto io li ho solo trovati divertenti essendo entrata appieno nel mood di “sto guardando una campagna tra amici”).
Avendo adattato solo un determinato arco di una campagna durata anni ed anni, non tutti i personaggi vengono trattati altrettanto bene e ricevono un loro approfondimento, con Scanlan, Grog e Vax che a parer mio sono quelli meno interessanti. Come già accennato, Percy è il protagonista indiscusso della serie, con la vera minaccia che si riferirà al suo background, ed è quello che offre le scene più crudeli e violente, le battute più iconiche e l’interpretazione che spicca di più. Keyleth e Vex hanno modo di crescere nel corso dei 12 episodi, la prima che inizia a riuscire a superare una forte insicurezza che è visibile sin da subito e la seconda che piano piano impara a fidarsi del gruppo, e della mezz’elfa in particolare.
Percy e la sua fidata Pepperbox
Con Pike è invece stata fatta una cosa molto particolare, che ho trovato un metodo di adattamento incredibilmente azzeccato. Essendo una campagna di voice actor professionisti, è normale che alle volte qualcuno non potesse partecipare a delle sessioni perché occupato con dei lavori che lo portano lontano da casa o che occupano la maggior parte della sua giornata. Durante una buona parte dell’arco adattato nella serie, Ashley Johnson non era presente proprio per questioni di lavoro, impedendole di poter interpretare Pike. Come è stata gestita questa cosa nella serie? Si è sfruttata la fede di Pike nei confronti della Sempre Chiara per farle avere un momento di debolezza e dubbio, che la porta ad essere incapace di utilizzare i suoi poteri. Così è inutile ai suoi compagni, e quindi decide di allontanarsi per un certo periodo dal gruppo per recarsi in una comunità di fedeli che possano aiutarla a recuperare il legame con la sua divinità.
Pike, la chierica e quindi healer del gruppo
Il percorso personale di Pike sarà visto durante tutti gli episodi, con un’alternanza delle vicende del party (che occupano la maggior parte della serie) e la lotta interiore della chierica, che offre al personaggio un approfondimento che non avrebbe avuto altrimenti, e che secondo me vede in modo interessante i dubbi che possono attanagliare una persona con una fede sincera e salda, ma che in alcuni momenti della sua vita si sente abbandonato.
Ma adesso è impossibile continuare a parlare di Vox Machina senza entrare in ambito spoiler, quindi passo ad una breve trattazione di quello che è il lato più tecnico della serie, per poi passare ad un paragrafo full-spoiler.
COMPARTO TECNICO ED ARTISTICO
Partiamo con la cosa più visibile sin da subito e che cattura l’occhio, ossia la componente estetica ed artistica della serie. A livello personale, di rado gradisco il character design di prodotti così fortemente fantasy, perché trovo che di solito abiti, armature, armi e ambienti siano davvero troppo esagerati, rischiando spesso di scadere quasi nel parodistico. Qui, non ho mai avuto questa sensazione di stucchevolezza o esagerazione forzata, ed ho apprezzato molto proprio il design dei vari personaggi. Vero, si partiva comunque da delle illustrazioni realizzate per la campagna originale, ma comunque sono stati riadattati per questa serie animata, e la trasposizione è riuscita in pieno. Basta guardare qualsiasi immagine promozionale per avere un sentore di come sia il personaggio a livello caratteriale, e questo è un segno del fatto che quel character design sia vincente. Dall’eleganza utilitaristica di Percy alla semplicità austera di Keyleth, tutti sono credibili negli abiti che indossano, e lo sottolineo perché non è affatto una cosa scontata, e mi fa particolarmente piacere sapendo che questa è una rappresentazione di personaggi creati in un contesto di GdR, in cui so con certezza che si tiene particolarmente a pensare anche a minimi dettagli che non verranno magari mai notati.
Rimanendo sempre sull’aspetto artistico, ho apprezzato fortemente l’estetica generale del prodotto, che sono tentata di descrivere come un Avatar: La Leggenda di Aang con un tratto più duro e spigoloso. Il disegno riesce ad essere semplice per garantire l’animazione il più fluida possibile, ma mantenendo comunque un dettaglio abbastanza alto da non sembrare quasi mai pigro o superficiale. I volti dei personaggi sono diversi ed identificabili (sono troppe le serie animate in cui togliendo i capelli a più personaggi ci si rende conto di quanto terribilmente simili siano), e c’è una certa attenzione al rendere nel modo più espressivo possibile le varie emozioni che possono attraversare il loro viso. Va poi un plauso alla colonna sonora: sempre puntuale e adatta alla circostanza mostrata, la sigla in particolare è molto interessante e orecchiabile, capace di rimanere nel cervello del fruitore anche giorni e giorni dopo aver finito la serie, pur essendo una sigla “stile anime” (il classico minutino e mezzo di “video musicale”) puramente strumentale
Keyleth, la druida e caster del gruppo, sicuramente uno dei personaggi più espressivi
Ci sono invece diverse canzoni intonate da Scanlan durante la serie (è pur sempre un bardo), ma ovviamente sono tutte di stampo comico, e a far ridere spesso e volentieri è proprio quanto siano fuori luogo nella circostanza e nel contesto in cui vengono cantate. Un altro breve plauso all’adattamento e doppiaggio italiano va proprio per quanto riguarda queste canzoncine, che sono stati in grado di trasporre nella nostra lingua senza perdere completamente il senso delle battute, del ritmo e della metrica.
Ma parlando della componente estetica non abbiamo parlato della cosa fondamentale: com’è l’animazione? Soddisfacente. Non è decisamente il prodotto più fluido di questo mondo, e abbondano i personaggi immobili senza nemmeno sbattere le palpebre quando non sono il focus dell’azione, ma è una cosa così comune e normale (nei prodotti animati seriali, molto meno nei lungometraggi) che chiunque abbia visto anche solo un paio di serie animate non ad altissimo budget non ne sarà troppo infastidito.
Scanlan col fido liuto e la "Mano Magica" alla base dei suoi poteri
Realizzati il più fluidamente possibile sono i momenti più concitati e gli scontri più importanti, con ovviamente alti e bassi. I momenti in cui si vede qualche movimento scattoso più del necessario ci sono, ma grazie al cielo non sono troppi o comunque non realizzati così male da minare la godibilità della serie. Sinceramente sorprendente è invece la cura con cui è stata animata la sigla. Lì c’è una fluidità che non sarà mai più vista nella serie, ma nonostante l’amaro in bocca nell’immaginare come sarebbero stati 12 episodi animati così, per quanto infattibile con quel budget, vi assicuro che non c’è il desiderio di saltare la opening, fosse anche per la curiosità di rivedere un’animazione particolarmente realizzata, notare qualche dettaglio o ammirare ancora le transizioni che ci sono.
Inutile ma doveroso è un commento sul doppiaggio (originale, di quello italiano ho parlato in abbondanza). Abbiamo a che fare con personalità che lavorano da anni ed anni nell’ambito del voice acting e sono alcuni degli esponenti migliori del doppiaggio americano, ed inoltre sono persone che hanno già interpretato per anni quel personaggio. Il risultato è che il casting è ovviamente perfetto: non c’è nemmeno una voce che non sia adatta al personaggio, dato che in origine è stato proprio il personaggio stesso a essere cucito sulle capacità vocali dell’attore in questione.
Qui finisce la parte spoiler free dell’articolo. Saluto quindi chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui, magari incuriosito dalla serie, e abbia deciso di andarla a recuperare, mentre ringrazio chi (perché ha già visto Vox Machina oppure per semplice curiosità) deciderà di rimanere anche per la sezione full spoiler.
Grog, uno dei più grandi classici di D&D: il barbaro mezzo-gigante e battle maniac
ATTO II: I BRIARWOOD
La serie animata traspone quello che è il secondo atto della campagna, saltando il primo (ancora estremamente rudimentale e con un membro del party temporaneo al posto di Ashley Johnson) e spianando la strada con un cliffhanger finale per introdursi al terzo. In totale la campagna originale è composta da cinque atti, suddivisi in 115 episodi, e il secondo atto in particolare è racchiuso fra l’episodio 24 e l’episodio 38. Tenendo conto che ogni episodio è una sessione di gioco che oscilla in media fra le tre e le quattro ore… non è difficile intuire che si sia dovuto rimaneggiare molto per poter adattare 15 episodi di ore in 12 episodi che raggiungono al massimo la mezz’ora di durata. Ribadisco che io non ho visto la campagna originale e quindi non posso dirlo con certezza, ma sia per curiosità che per completezza sono andata a vedere diversi pareri di appassionati della campagna per capire se il risultato potesse essere soddisfacente, e a quanto pare lo è stato. Da quello che ho capito, si è optato per tagliare alcune interazioni ed eventi secondari non di grande importanza, ma in aggiunta è stato fatto un lavoro di “miscela” di alcuni momenti celebri della campagna originale. Un esempio può essere la scena in cui Percy interroga il cocchiere dei Briarwood in cui pronuncia la frase che ha reso una leggenda al tavolo Taliesin: “you fool, your soul is forfeit!”, che però in campagna è stata detta in un altro contesto. Fra questo lavoro minuzioso che ha permesso di inserire quanti più momenti salienti della storia originale e un adattamento di alcune scene quasi secondo per secondo, la serie di Amazon non snatura in alcun modo lo svolgimento e l’atmosfera della campagna di riferimento. Faccio un esempio che mi ha particolarmente colpito per far capire quanto si sia stati attenti ai dettagli: Matthew Mercer è diventato presto famoso perché man mano che il progetto acquisiva popolarità ha iniziato a portare al tavolo delle miniature e modellini di mirabile fattura per interpretare gli scontri, ma ovviamente non ha iniziato così. Ai tempi del secondo atto di Vox Machina si limitava a disegnare su un foglio di carta l’ambiente in cui i protagonisti avrebbero combattuto, cercando di dare un’immagine semplice ma chiara di dove si trovassero. Nella serie animata vengono trasposti diversi scontri che si sono svolti così, e uno in particolare (il confronto fra Vax e i Briarwood nella loro camera) mi ha colpita: andando a rivedere come fosse la scena originale ho notato il disegno, e nella serie hanno preso quello come base per ricreare la stanza esattamente come l’aveva descritta Mercer. Dalla posizione del letto, del camino, di un tavolino fino alla presenza di un tappeto, tutto rispecchia quel rudimentale ma informativo disegnino del master.
Questa introduzione nello spiegare come sia stato gestito l’adattamento è un preludio per chiarire che il risultato è soddisfacente non solo per i fan di vecchia data, che possono gioire nel rivedere così tanti momenti salienti trasposti più o meno fedelmente, ma anche per chi (come me) aveva una conoscenza molto limitata o pari a zero della campagna. Non ho mai avuto la sensazione che fosse stata evidentemente tagliata una porzione di storia importante, o il sentore che in una scena siano stati condensati più eventi di quelli originali. L’unica cosa che ho trovato particolare è stato proprio l’allontanamento di Pike dal party così presto, ma avendo visto come l’hanno gestito e soprattutto avendo scoperto come mai l’avevano inserito, ho apprezzato particolarmente quell’idea per cercare di trasporre anche l’assenza di un giocatore al tavolo, mantenendo così in tutto e per tutto l’impressione di stare guardando una giocata tra amici. Come già detto però, le istanze in cui i nostri eroi si ritrovano bloccati da una banalissima porta possono essere fastidiose per chi non conosce in generale il mondo del gioco di ruolo. Ne ricordo due o tre e, mentre per me sono state divertenti e ho apprezzato molto il voler mantenere anche queste scene improbabili (purtroppo molto comuni nel momento in cui ci si affida ad un sistema che si basa sul tiro di dadi e sul caso), non stento a credere che possano essere persino frustranti per chi non sa come funzioni il gioco di ruolo o non abbia idea che proprio da quel mondo è nata questa serie. Ma detto questo, iniziamo a vedere effettivamente quali sono gli eventi che ci vengono raccontati in questi 12 episodi.
Come già detto nell’accenno precedente alla trama, il tutto inizia nel modo più classico del mondo per un fantasy: gruppo di avventurieri cerca un lavoro, c’è un drago cattivo da abbattere, vengono ingaggiati per abbattere il drago cattivo. Lineare. L’unico punto che all’inizio pare diverso dal solito è che Vex, quando si trovano alla corte del sovrano per ricevere il loro incarico, sembra stare male, quasi come se fosse afflitta da un improvviso mal di testa o malore. Presto viene fuori che Vex ha quel malore quando ha a che fare con un drago (è lasciato intendere che sia una conseguenza dei suoi anni e anni di studi sulle creature nel tentativo di trovare quello che ha ucciso la madre di lei e Vax quando erano piccoli, ma immagino che le dinamiche verranno meglio spiegate in un’eventuale seconda stagione), e quindi di ritorno dal fallimentare tentativo di abbattere la creatura, che ha distrutto il villaggio in cui si erano ritrovati e li ha quasi uccisi, spiega ai suoi compagni che in qualche modo, qualcuno del consiglio di Uriel deve essere in combutta con la creatura.
Brimscythe, il drago affrontato dai Vox Machina
Tutti i sospetti ricadono su Gregory Fince, un membro del consiglio dal fare scorbutico e losco, che li ha osteggiati sin da quando si sono presentati a palazzo, e quindi il gruppo inizia a tentare di indagare su di lui per capire quale sia il suo piano. Grog e Scanlan lo vedono, informando poi i loro compagni (Pike e Vax, nel frattempo, si erano recati da un amico di vecchia data di Vax, Gilmore, che gli ha dato un vago indizio su quale sia il punto debole di un drago). Tutti allora individuano di nuovo Fince e lo seguono, scoprendo che si sta introducendo di nascosto nella casa del Generale Krieg, altro membro del Consiglio.
Lo sorprendono e lo minacciano, pensando che stia cercando di uccidere Krieg, favorevole a loro al contrario di lui, ma Fince risponde che si trova qui solo per raccogliere informazioni su Krieg. Dopo aver cercato di spiegare la sua situazione viene improvvisamente ucciso da Krieg stesso, che si rivela essere l’uomo in combutta con il drago e che scappa prima che il gruppo possa catturarlo.
Nel tentativo di stanarlo, i protagonisti scoprono per caso un passaggio segreto nella casa, ossia un portale nascosto sotto forma di quadro che li fa ritrovare in una grotta piena di tesori. Troppo tardi si rendono conto che il luogo sia a tutti gli effetti la tana di un drago, e proprio in quel momento compare nuovamente Krieg, che trasformandosi rivela di essere lui stesso la creatura e di voler abbattere il dominio umano su Exandria per consegnarla di nuovo ai suoi originali padroni draconici. Dopo aver rischiato di nuovo di lasciarci la pelle, Vax ricorda il criptico consiglio di Gilmore (un’informazione riguardo il fatto che i draghi possono essere uccisi solo dove si incontrano due fiumi), e notando che sul collo della creatura ci sono due vene che si uniscono in un unico punto, decide di tentare il tutto e per tutto e colpirlo lì, nella speranza che l’indovinello intendesse proprio quello. Per fortuna del party l’intuizione di Vax si rivela corretta, e quindi i nostri eroi tornano vincitori da Uriel, che per ringraziarli li rende membri temporanei del consiglio e proprietari di una tenuta in città, in modo che possano sostare lì ed essere reperibili in caso di bisogno. Inoltre, Uriel spiega che si sospetta Krieg facesse parte di una cospirazione più ampia, e sta organizzando un banchetto in modo da discutere della cosa. Ovviamente, in quanto salvatori dalla minaccia del drago, tutti i membri di Vox Machina sono invitati a partecipare. E, finalmente, si inizia con quello che è il vero fulcro di questa prima stagione.

Il terzo episodio inizia con un incubo di Percy, in cui vediamo un lui molto più giovane (e senza i capelli bianchi che lo caratterizzano) scherzare e mangiare con la sua famiglia, composta dai suoi genitori e i suoi fratelli. Presto la quiete del sogno viene interrotta però da morte, sangue e violenza, con la famiglia che viene sterminata, Percy sempre più ferito ed emaciato, ed infine Percy che riesce a fuggire da qualcosa, perdendo però la sorella, unica persona che stava cercando di fuggire con lui.
Quando si risveglia, Vex nota lo stato inquieto del compagno e gli chiede informazioni su cosa ha appena sognato, ma lui evita l’argomento, limitandosi a chiedere se siano possibili dei sogni che non siano sgradevoli. Il gruppo viene poi raggiunto e invitato al banchetto da un membro del consiglio di Uriel, e dopo un raffazzonato tentativo da parte di Percy di “istruire” tutti su come ci si comporta ad un evento formale, Vox Machina si reca a palazzo per partecipare alla cena. Percy è l’unico che sembra sinceramente entusiasta di trovarsi ad un banchetto, felice di potersi nuovamente sentire come una persona di alto rango e rispettabile, ma la sua gioia viene presto interrotta da un annuncio: presto arriveranno Delilah e Sylas Briarwood, da Whitestone, e l’informazione sconvolge evidentemente il ragazzo.
I Vox Machina vestiti elegantemente per il banchetto
Vex se ne accorge, e quando fa domande per capire cos’abbia causato questo cambio di umore, Percy risponde semplicemente che i Briarwood gli hanno tolto tutto. I suoi compagni sono preoccupati e si insospettiscono quanto lui, e Vax decide di intrufolarsi nella camera in cui i Briarwood risiedono in cerca di qualche informazione su cosa ci facciano qui.
Durante la cena, la compagnia si trova seduta al tavolo proprio di fronte ai Briarwood, con un Percy che non cerca nemmeno di nascondere il disprezzo con cui li fissa costantemente. Vax nel frattempo riesce ad infiltrarsi nella stanza mentre il banchetto prosegue, con Sylas che ad un certo punto sembra quasi ipnotizzare Uriel (atto di cui si accorge solo Keyleth) e Delilah che spiega alla tavolata come mai attualmente sono loro a governare Whitestone: la versione ufficiale è che la precedente dinastia a capo di Whitestone, i De Rolo, sono stati decimati da una misteriosa e rara malattia, ma lei spiega che la verità è che non se la sentivano più di mantenere la posizione e hanno abdicato, dopo che i loro figli se ne andarono con le ricchezze di famiglia. A quel punto, Percy perde definitivamente la calma: la accusa di stare mentendo, attirando l’attenzione di tutti gli ospiti, e nel seguente silenzio carico di tensione ed imbarazzo i Briarwood si congedano. Vex a quel punto trascina il gruppo lontano dalla tavolata per chiedere spiegazioni a Percy, che finalmente decide di essere sincero con i suoi compagni: i Briarwood sono i responsabili dello sterminio della sua intera famiglia, ossia proprio i De Rolo.
Vax intanto sta cercando nella stanza dei Briarwood e trova un diario che lo insospettisce, intascandoselo. Presto però i Briarwood lo raggiungono e lo scoprono, ingaggiando uno scontro con lui e con l’intero gruppo quando giunge a soccorrerlo. Durante tutta questa sequenza ormai è evidente che Sylas non è umano, ma bensì un potente vampiro, con al suo fianco una spaventosa spada che pare nutrirsi del sangue di chi ferisce e la capacità di manipolare chi gli si para davanti, in questo caso Vax. Tra la sua grande resistenza fisica, la capacità di rigenerarsi e le magie potentissime di Delilah, il gruppo si rende conto di non avere scampo, e viene salvato solo da Keyleth che crea un muro di gigantesche piante fra loro e i Briarwood.
Delilah e Sylas Briarwood, gli antagonisti principali di questa prima stagione
Mentre arrivano le guardie del palazzo i Briarwood saltano sulla loro carrozza, abbandonando il cocchiere, e Delilah deride Percy, invitandolo ad andare a trovarli: dopotutto, è sempre il benvenuto a casa. A questo punto c’è una delle prove attoriali più notevoli della serie, ed una delle mie scene preferite: Percy si infuria con i suoi compagni per aver permesso ai Briarwood di fuggire, e poi si rivolge verso il povero cocchiere. Nel farlo indossa una strana maschera (molto simile a quelle classiche da medico della peste), ed un misterioso fumo nero lo avvolge. Il pistolero inizia a minacciare ed interrogare il cocchiere, ignorando le parole di Vex e gli altri che gli intimano di smetterla. Ma Percy ormai ha perso completamente il controllo: nonostante il pianto disperato del giovane, che giura di non sapere nulla su quali siano i piani dei Briarwood, gli spara alla mano, facendogli saltare le dita. Proprio qui viene pronunciata l’iconicissima frase di Percy che ho citato qualche paragrafo fa, “you fool, your soul is forfeit”.
Percy con la maschera, nell'intro
Prima che Percy uccida il ragazzo, Uriel e le sue guardie arrivano, determinati ad arrestare Vox Machina per il caos che hanno generato.
 
Con la mediazione di Allura, membro del consiglio di Uriel che fin ora ha fatto da intermediario fra il sovrano e i mercenari, il gruppo non viene confinato in prigione ma agli arresti domiciliari nella tenuta che è stata loro offerta precedentemente. A questo punto inizia quello che è l’approfondimento e la comprensione di alcuni personaggi: Pike si accorge che il suo amuleto sacro è rovinato e inizia a preoccuparsi per la sua improvvisa incapacità di utilizzare le sue magie, terrorizzata dall’inaspettata perdita del contatto con la sua divinità, e Percy racconta finalmente il suo passato dopo che i suoi compagni chiedono chiarimenti. I Briarwood all’inizio sembravano alleati, delle facce amiche, spiega. Poi, ad un certo punto, non sa bene quando, hanno iniziato a tramare contro la sua famiglia, riuscendo persino a far rivoltare contro i De Rolo chi lavorava per e con loro, tra cui il tutore dei giovani rampolli, Byron Anders. I genitori sono stati subito uccisi, mentre i ragazzi torturati per settimane (da qui il colore dei capelli di Percy, che come in molte opere di finzione sono diventati bianchi in seguito allo stress e al dolore). Ma dopo tutta quella sofferenza Percy e sua sorella Cassandra riuscirono a liberarsi e cercare di fuggire, solo per essere raggiunti. Cassandra, durante la fuga, venne colpita da una freccia alla schiena e Percy, davanti all’ennesimo cadavere di un membro della sua famiglia, è riuscito in qualche modo a scappare e sopravvivere. Vendetta contro i Briarwood è tutto ciò che vuole, e dato che sicuramente stanno cercando di manipolare Uriel per ottenere qualcosa, eliminarli conviene a tutti. Il party giura di aiutarlo nell’ottenere giustizia per quello che gli è stato fatto.
 
Dopo un primo tentativo di evasione fallito, la tenuta in cui si trova il gruppo con alcune guardie imperiali viene assaltata da dei wraith. Incapaci di poter colpire fisicamente le creature, il gruppo si rende conto che i mostri sono sensibili alla luce, e Keyleth salva la situazione riuscendo per la prima volta a generare una magia solare. Promettendo al capo delle guardie che vogliono solo cercare di salvare il paese dal caos che presto avverrà se i Briarwood riusciranno nel loro intento, il gruppo viene finalmente lasciato libero di andare, ma con un membro in meno. Come detto prima Pike infatti, incapace di utilizzare la sua magia ed essere utile ai suoi amici, chiede loro di proseguire senza di lei, in quanto ha bisogno di cercare di capire come mai non senta più la presenza della Sempre Chiara con lei. Consola Grog, il membro con cui ha legato di più e che la vede quasi come una sorella, e incoraggia Keyleth, dicendole che in un momento come questo è proprio lei a dover essere la luce dei suoi compagni. E così Vox Machina inizia il viaggio verso Whitestone.
Da qui in poi la serie mantiene il suo stampo corale, ma punta la lente di ingrandimento su Percy, sulla sua rabbia, sulla sua sofferenza e sul suo desiderio di vendetta. E per quanto non sia certamente la backstory più originale di tutte, l’interpretazione di Taliesin nei panni di Percival riesce a darle un notevole spessore, e ci sono un paio di momenti e chicche che rimangono impressi.
Mentre viaggiano per raggiungere i Briarwood, Scanlan e Keyleth cercano di interpretare il libro rubato da Vax nella stanza, riuscendo solo a capire che contiene la parola “ziggurat” e delle illustrazioni della struttura. Durante il viaggio Percy sembra particolarmente duro e scosso, ogni tentativo di Vex di farlo aprire o calmare che si risolve in un nulla di fatto, e dopo qualche peripezia (in particolare un attacco da parte di mostri inviati da Delilah tramite la sua magia necromantica che fa perdere loro il carro e tutte le provviste che avevano) il gruppo arriva finalmente a Whitestone.
Una terra lussureggiante e meravigliosa, con l’Albero del Sole (un albero sacro e magico) che la sovrasta, la descrive Percy ai suoi compagni che gli chiedono come fosse casa sua: un luogo decadente, spoglio, piagato dalla fame dei pochi che ancora ci vivono è quello che si trovano davanti.
Tra gli abitanti disperati c’è un gruppo di ribelli capitanati da Archibald, un amico di vecchia data di Percy che attualmente è tenuto prigioniero e torturato, e Percy, dopo essere stato riconosciuto dai ribelli come l’ultimo dei De Rolo e quindi avente diritto di riappropriarsi della sua patria, viene convinto ad aiutare la sommossa con i suoi compagni, così da avere ancora più uomini per poter raggiungere e uccidere i Briarwood. Archibald è prigioniero e vittima di Stonefell, carceriere crudele e sadico che serve i Briarwood, e il gruppo per cercare di salvare Archie si reca nelle prigioni e lo affronta. Percy, trovandosi di fronte all’uomo, perde nuovamente il controllo, indossando ancora la maschera e venendo circondato da quella misteriosa nebbia. Lo uccide brutalmente e, non appena lo fa, possiamo vedere che sulla sua pistola sono impressi magicamente cinque nomi, tra cui proprio quello di Stonefell (che nel frattempo ammette di aver tradito ed ucciso i De Rolo per puro gusto), che dopo la sua morte scompare.
Stonefell, unio degli aguzzini dei De Rolo
Nell’ucciderlo, Percy si lamenta del fatto che Stonefell fosse quello per cui era meno impaziente. Il resto del gruppo è nuovamente scosso dal comportamento di Percy, che in una reazione istintiva arriva persino a puntare la pistola contro Vax. A calmarlo la vista di Archie, malconcio ma vivo, che si riunisce all’amico di vecchia data confessandogli un’altra verità: Cassandra, la sorella che pensava di aver perso anni prima durante la sua disperata fuga, è in realtà viva e vegeta, ma sembra essere una sorta di figlia per i Briarwood. Così Percy è determinato non sono ad uccidere i carnefici della sua famiglia, ma a incontrare Cassandra e possibilmente salvarla, riportandola dalla sua parte.
 
L’obiettivo adesso è raggiungere Cassandra, ma Archie consiglia di creare un diversivo ed introdursi nella proprietà dei Briarwood in modo più discreto, dato che è troppo pericoloso approcciarli frontalmente. Scanlan si occupa del diversivo e, mentre la compagnia aspetta, Vax e Vex chiedono a Percy di essere sincero, di spiegare loro cosa sono i nomi sulla sua pistola e soprattutto che cosa sia quello strano fumo. Percy risponde che dopo la sua fuga ha passato mesi e mesi a vagare senza una meta, piagato da incubi terribili. Una notte, però, sognò un’arma, che il giorno dopo iniziò a tentare di ricostruire: la pepperbox. I nomi inscritti magicamente su di essa sono un costante memento delle persone che deve uccidere, di chi è responsabile per la caduta della sua famiglia: Stonefell, già eliminato, Anders, tutore suo e dei suoi fratelli che ha tradito i De Rolo e ha contribuito a torturarli, la dottoressa Anna Ripley, che lavorava per i De Rolo e adesso per i Briarwood, ed ovviamente Delilah e Sylas, i responsabili di tutto. Dopo che Scanlan riesce nel suo diversivo il gruppo si riunisce, raggiungendo gli appartamenti di Anders, dove trovano il viscido precettore. Insieme a lui c’è però anche Cassandra, la cui vista sconvolge Percy, che Anders utilizza come diversivo sgozzandola davanti agli occhi disperati del fratello. Percy si getta nel disperato inseguimento di Anders per ucciderlo, e Keyleth, non senza difficoltà, rimane indietro per cercare di salvare Cassandra in extremis, riuscendoci all’ultimo.
Gli altri affrontano Anders, che dimostra di avere un’abilità particolarmente pericolosa: grazie alla sua lingua, incantata magicamente e apparentemente argentata, può manipolare le persone, spingendole a fare ciò che desidera. Così mette piano piano ogni membro del gruppo contro Percy, costringendolo a dover combattere senza uccidere nessuno di loro e tentare di uccidere Anders con l’astuzia. Grazie alla sua capacità di calcolo, Percy riesce a sparare un colpo in modo che tramite dei rimbalzi colpisca Anders senza che apparentemente lo stia puntando direttamente, riuscendo così a cogliere di sorpresa l’uomo e ucciderlo, probabilmente in quella che è l’esecuzione più brutale di tutta la serie: il primo proiettile colpisce Anders alla mandibola, facendola saltare completamente, e poi Percy spara una seconda volta faccia a faccia con il suo obiettivo, attraverso l’ammasso di carne che ormai è la parte bassa del suo viso. Un secondo nome scompare dalla pepperbox.
La morte di Anders è senza dubbio la più cruenta della serie
Riunitisi con Keyleth e Cassandra, che si dimostra rancorosa nei confronti di Percy per averla abbandonata ma più che disposta ad aiutarli, il gruppo prosegue nella loro ricerca dei Briarwood. Nel frattempo, in dei flashback capiamo che cosa vogliano fare Delilah e Sylas: scopriamo che anni prima Sylas era in punto di morte, con i medici certi che non potesse salvarsi, e allora Delilah, pur di non perdere il marito, fece un patto con una misteriosa e pericolosa divinità (chiamata da loro Il Sussurrato), che ha garantito a lei forti poteri necromantici e ha dato una seconda possibilità a Sylas facendolo rinascere come vampiro. Ma ovviamente la divinità ha concesso il suo potere non gratuitamente, e il piano dei Briarwood è proprio saldare quel debito: sotto Whitestone è presente la ziggurat di cui Scanlan aveva letto nel diario di Delilah, e lì avverrà il rituale che permetterà al Sussurrato di ottenere una forma corporea e giungere in questo mondo.
Nel frattempo, durante uno dei diversi scontri che il party deve affrontare nella tenuta dei Briarwood (in uno dei quali ha anche perso la vita Archie), Pike ritorna, seppur non in forma corporea ma tramite un’emanazione magica con cui può supportare i suoi compagni. Pike ha risolto la sua crisi religiosa nel frattempo, ripristinando il suo legame con la Sempre Chiara dopo aver capito che non era la divinità ad aver reciso il collegamento, ma lei stessa, istintivamente convintasi di non esserne più degna dopo aver dedicato così tanto tempo ed impegno alle sue avventure con Vox Machina al posto del culto della divinità.
Giunti nelle segrete, Percy si trova faccia a faccia con il terzo nome della lista: Anna Ripley, senza un braccio e imprigionata proprio nelle segrete. Lui vorrebbe ucciderla subito, ma lei spiega che adesso non lavora più per i Briarwood: erano sì i suoi mecenati (come i De Rolo), ma l’hanno scartata dopo che lei ha espresso delle critiche nei confronti dei loro piani, e quindi non ha nessun interesse a proteggerli. È disposta ad unirsi a loro per fuggire e può aiutarli a trovare i Briarwood, ed esprime un grandissimo interesse verso Percy nel vedere la pepperbox: anche lei un ingegnere di talento, sembra costantemente affascinata e invidiosa del genio di Percival, continuando costantemente a cercare di convincerlo di lavorare insieme, perché è convinta potrebbero fare grandi cose. Percy si lascia convincere da Cassandra a non uccidere la Ripley, dato che anche la sorella concorda nel credere che possa essere loro utile per cercare Delilah e Sylas.
Pike vede il misterioso fumo che pervade Percy davanti alla Ripley, e gli chiede se le dà il permesso di accertarsi di cosa si tratti, dato che anche lui non lo sa. È così che si scopre che Percy è perseguitato da un demone con cui ha fatto inconsciamente un patto: il demone (Orthax) gli ha offerto l’idea per l’arma che gli garantirà la sua vendetta, ed in cambio lui deve portare a termine quella vendetta a tutti i costi, offrendogli così le anime delle persone che uccide e avendo anche la propria costantemente sotto scacco. Tutti sono sconvolti dalla scoperta, tranne Percy stesso che, per quanto non ne fosse a conoscenza, non fino in fondo, è determinato a portare a termine il suo obiettivo, dicendo ai suoi compagni che si occuperanno del demone solo dopo aver sconfitto i Briarwood.
Cassandra e Percy si ricongiungono dopo anni
Finalmente, con l’aiuto della Ripley che si dimostra effettivamente disposta a offrire loro consigli e supporto durante gli scontri, il gruppo raggiunge la ziggurat e di conseguenza i Briarwood (dopo aver ricevuto un tradimento da parte di Cassandra, attualmente sotto il controllo di Sylas come lo è stata per tutti questi anni), quasi deliziati dall’essere stati raggiunti, dato che adesso hanno a disposizione diversi sacrifici per la loro divinità. La Ripley fugge prima che lo scontro abbia inizio, con visibile frustrazione di Percy, che rinuncia a spararle alle spalle solo per non rivelare la propria posizione.
 
Cassandra e Vax vengono manipolati dalle abilità di controllo di Sylas, trovandosi a dover combattere con il gruppo (Vax che si accanisce contro la sorella e Cassandra contro il fratello). Gli altri devono invece destreggiarsi fra la magia necromantica di Delilah e la potente spada di Sylas; quest’ ultimo viene infine ucciso da Keyleth, richiamando come in precedenza un raggio solare e incenerendo il vampiro, tenuto fermo da Grog che rimane gravemente ferito dall’azione. Pike cura subito il suo amico, mentre Vax e Cassandra riprendono controllo di sé e Delilah è disperata per la morte del marito. Cerca di richiamare il Sussurrato nella speranza che lo riporti in vita come ha fatto una volta, ma non riceve nessuna risposta, tradita infine anche dalla divinità che ha cercato con tutta se stessa di onorare. Il rito sembra interrotto, ma comunque Delilah era riuscita a richiamare una strana sfera orbitante, che non sembra fare nulla di particolare. Scanlan si accorge che sembra limitarsi a impedire l’utilizzo della magia quando ci si entra in contatto, ma nessuno sa che cosa significhi per davvero.
Keyleth è rimasta gravemente ferita nello scontro, ma Percy perde di nuovo il controllo: minaccia subito Delilah, ferita e abbattuta, e dice al gruppo di lasciar perdere Keyleth, che ormai è perduta. Vax (che ha rivelato in precedenza di esserne innamorato) si infuria, ma Percy lo ignora, continuando a puntare l’arma su Delilah, uno degli ultimi nomi sulla Pepperbox. Ma il gruppo non si sente al sicuro data quella misteriosa sfera, e quindi scappa dal tempio, Cassandra che trascina via Delilah per non lasciarla subito al fratello assetato di vendetta. Una volta al sicuro, Vax e Vex cercano di ricordare le tecniche curative di Keyleth per salvarla (Pike durante lo scontro ha esaurito la sua forza magica, venendo costretta a doverli abbandonare nuovamente), riuscendoci poco prima che sia troppo tardi, e nel frattempo Cassandra e Percy attaccano Delilah, chiedendo che cosa volesse fare per davvero. Lei risponde semplicemente di non avere più nulla, avendo perso Sylas ed essendo stata abbandonata dal Sussurrato. Percy si infuria ancora di più ed indossa la maschera, gridandole contro che non la ucciderà adesso, ma vuole prima torturarla come è stato fatto con lui, e Scanlan, accorgendosi del fumo di Orthax, cerca di fermarlo.
A reagire questa volta è direttamente il demone, che lo scaglia via, e che prende completamente il controllo di Percy, rispondendo al posto suo quando i suoi compagni cercano di avvertirlo. Keyleth, debole ma salva, informa gli altri che devono fare qualcosa, perché Orthax ha il completo controllo di Percival, e se lui dovesse portare a termine la sua vendetta si prenderà anche la sua anima. Inizia così un disperato tentativo di riportare Percy in sé (la pepperbox ormai viene costantemente puntata sui suoi compagni, i cui nomi iniziano ad essere inscritti sul tamburo al posto dei precedenti) e Vex, che abbiamo intuito essere particolarmente affezionata al ragazzo, gli si para davanti, combattendo la paura di avere l’arma puntata contro. Lo invita con calma a togliersi la maschera, e Percy, seppur con fatica, lo fa. Si trova così davanti al volto disperato di Percy, in lacrime e con gli occhi completamente neri mentre cerca disperatamente di combattere la possessione di Orthax. Il demone a questo punto si rivela, scontrandosi con il gruppo e con Percy stesso, che in preda a delle allucinazioni indotte dal demone inizia a sparare anche ai compagni.
Percy sotto il controllo quasi completo di Orthax
Orthax rivela che è stata la sete di vendetta di Percy a richiamarlo, e che hanno stipulato un patto proprio con la costruzione della pepperbox; nel frattempo Cassandra cerca di parlare a Percy per farlo calmare. Riesce a fargli riottenere parziale controllo del suo corpo, quel tanto che basta per non sparare a Delilah quando Orthax lo dirige lì e soprattutto per poi rivolgere la pistola contro se stesso, sparandosi ad una mano come aveva fatto con il giovane cocchiere dei Briarwood. Così Orthax si ritira in preda al dolore, e almeno per ora abbandona Percy.
Delilah deride Percy per non averla uccisa subito, e gli dice che non hanno speranza, perché il Sussurrato porterà questo mondo nel caos. Cerca di caricare un incantesimo per attaccarlo, ma Cassandra finalmente la uccide con la sua spada. Il cadavere viene gettato in una pozza di acido presente nel palazzo (una precedente trappola da cui il gruppo era scappato) dove Scanlan getta a tradimento anche la pepperbox, che rivela di essere ancora posseduta dal demone, che finalmente viene eliminato completamente.
Tornati dai ribelli, Percy e Scanlan spiegano la situazione, illustrando anche la presenza di quella strana sfera nel tempio. Sono già stati inviati degli uomini di fede ad indagare, ed un veloce stacco ci mostra che, a insaputa dei protagonisti, uno di loro è stato smembrato non appena si è avvicinato all’oggetto.
Il gruppo torna finalmente ad Emon, nella tenuta donata loro dal sovrano, dove Percy inizia a lavorare sulla sua nuova arma e soprattutto su uno speciale guanto che copra la sua mano sfregiata, il cui buco al centro del palmo è riempito con una gemma lì incastonata.
Vox Machina viene richiamata al cospetto del sovrano che, davanti al suo Consiglio e ai sudditi presenti, annuncia di voler abbandonare il trono, resosi conto di essere stato manipolato in passato e di non essere quindi adatto al suo ruolo. Una sola persona non è adatta a governare un paese, afferma, e quindi non sarà una persona a prendere il suo posto: la sovranità passerà all’intero Consiglio.
Durante il discorso dell’ex sovrano, Vex prova di nuovo la strana sensazione che sente in vicinanza di un drago. Quando si gira, delle campane di allarme iniziano a rimbombare e, in lontananza, si stagliano le figure di quattro draghi, diretti verso la città.
CONCLUSIONI
Penso che una seconda stagione sia quasi certa, dato che non solo questa finisce con un cliffhanger, ma soprattutto ha ottenuto un più che discreto successo, cosa che probabilmente permetterà alla produzione di proseguire. Poco mi importa di cosa verrà trattato in futuro, mi concedo solo la speranza di vedere anche altri personaggi approfonditi quanto se non più di Percy in questa stagione. La cosa più importante però, almeno per me, è che la serie mantenga questo spirito. È ben lungi dall’essere perfetta e anzi, ha tutti i difetti che ho citato più volte, tra storia non particolarmente originale, cambi di atmosfera anche molto repentini, e alcuni personaggi che rimangono delle macchiette senza approfondimento particolare, ma non è quello il punto. Come ho già detto questi elementi, innegabili difetti e che mi porterebbero a bocciare una serie di altro tipo, qui sono stati per me quasi una nota positiva, in quanto sono ciò che distingue una campagna casalinga da una sceneggiatura scritta da professionisti del settore. Sarebbe bello vedere una campagna fra amici trasposta, trattata e riscritta come una vera e propria serie fantasy epica? Sì, non lo nego. Ma non è questo che vuole fare The Legend of Vox Machina. Vox Machina vuole trasporre il feel e l’atmosfera che si vive al tavolo mentre si gioca con degli amici, e ci riesce alla grande. Per questo potrebbe essere un’esperienza non del tutto soddisfacente per chi non è avvezzo al gioco di ruolo, ma per chi lo è non dubito sarà soddisfacente e intrattenente come lo è stata per me. Non ne uscirete rapiti, appassionati, curiosi per il futuro, persi in teorie di ogni tipo: ma se siete anche solo un po’ come me ne uscirete divertiti, stupiti e con un sorriso ebete sulle labbra. E forse, sempre rimanendo nell’ottica di conoscitori del gioco di ruolo, apprezzerete particolarmente anche cose che non sono originali e innovative: la storia di vendetta di Percy è un qualcosa di trito e ritrito, ma sapendo in che contesto è stata ideata e giocata colpisce e stupisce. Non è nulla di che in una serie TV, è uno di quei background che rimangono nel cuore durante una campagna. E Vox Machina è questo: una serie che cerca di trasporre, per passione e orgoglio, una campagna che è stata fondamentale per il gioco di ruolo mondiale, riuscendo a raggiungere anche persone che mai l’avrebbero scoperto altrimenti.
È un progetto importante, fatto di passione, cura e amore: lontano dalla perfezione, e che forse ha proprio in questo la sua forza e fascino.
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