Titan Souls - VisiThors

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Continua la trattazione di titoli indie con Titan Souls, progetto annunciato durante l’E3 2014 e pubblicato nell’aprile del 2015 per Microsoft Windows, Ps4 e PsVita, con un’uscita a giugno anche per dispositivi Android. Sviluppato dal team indipendente composto da solo due persone Acid Nerve e pubblicato da Devolver Digital (azienda dietro la pubblicazione di tantissime perle quali i due Hotline Miami ed Enter the Gungeon, oltre che il recentissimo secondo titolo di Acid Nerve, Death’s Door), Titan Souls è a distanza di sei anni dalla sua uscita una boccata di aria fresca nel panorama videoludico.
Non perché non ricordi nessun altro gioco, tutt’altro, con gli sviluppatori che non hanno tentato in alcun modo  di nascondere le loro fonti di ispirazione (fortissime ed evidenti quelle ai primi titoli della saga di The Legend of Zelda e ancor più al capolavoro di Fumito Ueda, Shadow of the Colossus), ma perché presenta un’esperienza intuitiva, divertente e a tratti con un livello di sfida davvero notevole nelle sue brevissime due orette di gioco, che diventeranno decisamente meno nel caso in cui il giocatore ripeta l’avventura e sappia come affrontare gli avversari.
Ma andiamo direttamente a vedere che cosa uno studio così piccolo sia riuscito ad ottenere con passione e ottime idee, risultando in un gioco che qualunque appassionato di una buona sfida e un ottimo comparto artistico dovrebbe giocare.
UNO SHADOW OF THE COLOSSUS IN PIXEL ART
 
Riporto qui la descrizione ufficiale del titolo presente su Steam, con una traduzione improvvisata per chiunque non mastichi l’inglese (il titolo infatti non presenta un adattamento italiano, per quanto ci sia così poco da leggere che non credo comporti particolari problemi): “Fra il nostro mondo e il mondo oltre, giacciono le Titan Souls, la fonte spirituale di ogni essere vivente. Sparse per le rovine e protette dai dormienti titani a cui è stata assegnata la loro cura, un eroe solitario armato di una singola freccia si appresta ad assemblare le schegge della Titan Soul, in una missione per la verità e il potere”.
 
Inizieremo quindi l’avventura in un luogo a noi sconosciuto, che il nostro protagonista senza nome potrà esplorare abbastanza liberamente alla ricerca di questi frammenti di Anima da ottenere. Per farlo, dovremo sconfiggere degli avversari enormi e chiaramente non umani, i Titani. Il gioco ne presenta in totale 19, di cui uno è l’ultimo boss segreto, mentre l’altro è un po’ più nascosto ed è sia la chiave per affrontare il boss segreto, sia fondamentale per avere le pochissime informazioni di lore che potrebbero permetterci di comprendere qualcosa su quello che sta succedendo.
Nel fare tutto ciò ci renderemo conto che il mondo creato da Acid Nerve si attesta su livelli artistici davvero alti se consideriamo che lo studio è così piccolo: i biomi sono vari e presentano paesaggi maestosi, tutti realizzati in una grafica 2D in pixel art da togliere il fiato, che presenta anche delle animazioni (sia per il protagonista che per i Titani) semplici ma ben curate. Particolare è poi la scelta di aver realizzato alcuni Titani in 3D, probabilmente per questioni di maggior facilità di animazione dei modelli in modo fluido, che però non stonano affatto con l’ambiente circostante, chiaramente diversi ma ben amalgamati e più inquietanti proprio per questa differenza.
Ultimo plauso dedicato al comparto artistico va alle musiche: non ci sono tracce epiche orchestrali, sono quasi tutte molto semplici e realizzate con pochissimi strumenti, ma questo non vuol dire che non siano assolutamente azzeccate e ben pensate (basti pensare ad alcune OST ambientali di Genshin Impact o ancora meglio di TLoZ: Breath of the Wild per capire che non serve un budget altissimo o molti strumenti per realizzare qualcosa di incredibilmente valido). Le tracce ambientali sono rilassanti e misteriose, aiutando nel conferire al mondo di gioco un alone di alterità e meraviglia per dei paesaggi così belli eppure vuoti e desolati, mentre le tracce dei Titani sono molto più dinamiche e ritmiche, accentuando la tensione di ogni scontro.
E parlando di scontri, è il caso di vedere il punto forte di Titan Souls, oltre che la sua particolarità più originale: il gameplay.
Il nostro protagoniosta senza nome
GAMEPLAY
 
Nella storia ci troveremo sempre, per proseguire, a dover sconfiggere determinati Titani che ci permetteranno, dopo aver ottenuto i loro frammenti di Anima, di aprire vari portoni che ci si pareranno davanti. Solo nella zona iniziale, che funge da una sorta di tutorial, dovremo affrontare quattro titani specifici quasi in un ordine preciso (prima i tre che troveremo sparsi per la scalinata iniziale, poi il quarto che verrà sbloccato con l’uccisione di questi); in seguito, ci troveremo in un ampio spazio in mezzo ad una meravigliosa radura, con diverse opzioni davanti a noi: a seconda di dove decideremo di andare, potremmo trovarci in un’area arborea (in cui saranno presenti due Titani, uno dei quali raggiungibile tramite un piccolo enigma, la cui soluzione è in un’altra zona, ma che può tranquillamente essere risolto con un po’ di pazienza), in un’area molto simile a quella di partenza, circondata da edifici(è qui presente inoltre il boss “segreto” cui ho accennato all’inizio), un’area sotterranea che pare essere quasi l’interno di un vulcano (con uno dei boss per me più complicati), ed infine un’area innevata; in ognuna di queste tre aree troveremo tre Titani da affrontare. Dopo aver affrontato questi undici boss (+1) e aver quindi aperto il colossale portone che si staglia sulla zona centrale in cui ci siamo trovati dopo il tutorial, ci rimarranno solo il penultimo boss, uno dei tanti “guardiani” che affronteremo, e il boss finale, che ovviamente non rivelerò qui ma in una sezione più tarda, che si dedicherà alla lore e sarà quindi full spoiler. Dopo il boss finale, nel caso in cui avessimo ottenuto l’Anima del boss segreto, ci sarà un’ultima bossfight aggiuntiva, incredibilmente evocativa ed inquietante ed una delle più complesse, se non la più complessa del titolo.
Spiegata la struttura di gioco, è chiarissimo quale sia il genere di Titan Souls: più che un genere una modalità (seppur tra i predecessori celebri ci sia proprio SoTC, citato tante volte in questo articolo per un motivo), il titolo di Acid Nerve è una boss rush in tutto e per tutto. Ogni scontro intervallato dall’esplorazione è una sfida, uno studio, impegnativo e un tassello per raggiungere il nostro scopo: conoscenza e potere, come ci dice la descrizione del gioco riportata più sopra. E per raggiungere questo obiettivo apparentemente così aleatorio e anche pericoloso, solo due strumenti ad accompagnarci: un arco e una singola freccia nella faretra.
Niente paura, non avremo il rischio di vedere la nostra unica freccia infrangersi né dovremo scorrazzare di continuo per le arene dei boss per recuperarla: l’arco e la freccia sono infatti incantati, e tenendo premuto il tasto con cui scaglieremo la freccia (quadrato oppure il dorsale destro), essa verrà attratta di nuovo verso di noi. Questo però non vuol dire che sia facile recuperarla. Non sarà infatti un ritorno immediato al proprietario, ma la freccia dovrà attraversare, a velocità crescente in base alla distanza, l’area di gioco, prima di trovarsi di nuovo fra le mani del giocatore e pronta ad essere scagliata. Per capirci: il Leviatano in God of War funziona così, ovviamente in modo più rapido della controparte di Titan Souls.
Come appena detto, più avremo tirato lontana la freccia, più durante il ritorno prenderà velocità. Questa meccanica starà già facendo brillare gli occhi ai giocatori alla ricerca di metodi alternativi per affrontare le sfide: perché sì, se calcoleremo bene la nostra posizione e faremo tornare la freccia verso di noi ad una velocità abbastanza elevata, potremo uccidere i nostri avversari anche così. Fondamentale per riuscirci la schivata, un roll eseguibile con il tasto croce, che ci permetterà di salvarci dai colpi nemici quanto basta per prendere la mira accuratamente, oppure la corsa (tenendo premuto lo stesso tasto), grazie alla quale potremo mettere abbastanza distanza fra noi e il boss o fra noi e la freccia ancora per terra.
Ma come funzionano gli scontri? E qui una delle caratteristiche più interessanti del gioco, oltre all’uso di una sola munizione: gli scontri sono one shot one kill. Questo vuol dire che ogni battaglia è fatta di studio e strategia, con alcune che sembrano essere quasi degli enigmi e altre che richiedono un sangue freddo allucinante. Ne è un esempio uno dei primi quattro boss che affronteremo, Eye Cube: un cubo che “rotolerà” su ogni suo lato nel tentativo di colpirci e con un singolo occhio su uno di essi, il giocatore dovrà sia calcolare i movimenti da fare per permettere all’occhio di essere di fronte a sé, sia spesso trovarsi a dover rimanere immobile a un passettino dall’essere schiacciati, sperando di non aver sbagliato i calcoli in preda alla dinamicità dello scontro. Bisogna chiarire però una cosa: tutti gli scontri si concludono con un colpo inferto, sia da parte dei boss (basterà sbagliare una volta per dover riprovare) che del giocatore, ma il giocatore dovrà colpire il punto debole del nemico, e non sempre questo è già accessibile ad inizio scontro. Questo vuol dire che molte bossfight presentano una fase iniziale in cui si deve riuscire a rendere inerme il Titano tramite attacchi o utilizzo di caratteristiche ambientali dell’arena, per poi colpirlo ed ucciderlo una volta risolto “l’enigma”.
EyeCube, la cui mappa permette di leggere agevolmente i movimenti
Porto come esempio sempre uno dei primissimi boss in modo da evitare spoiler, Brainfreeze: esso è un cervello chiuso in un blocco di ghiaccio, e che quindi non può essere scalfito dalle nostre frecce. Al centro della stanza, però, c’è una fiamma che può essere attivata tramite alcuni movimenti del boss, e quindi il giocatore può renderlo inerme calcolando bene i tempi in due modi diversi: infuocando la propria freccia e utilizzandola nei pochi secondi il cui la fiamma non si spegne, oppure ingannando il Titano facendolo passare sul falò centrale.
 
Come avrete intuito è molto facile morire in Titan Souls, e fa anche parte del gioco stesso, in quanto non sempre è facile rimanere vivi abbastanza a lungo da capire appieno l’avversario. Ma niente paura, in ogni area è presente un checkpoint da attivare camminandoci sopra e dove rinascerà il personaggio dopo essere morto, e sono tutti posizionati in modo da non costringere il giocatore a farsi una scarpinata infinita per raggiungere di nuovo l’arena. Solo state attenti ad attivarli di nuovo nel caso in cui abbandoniate un attimo un boss per ritornarvi in seguito: non è simpatico morire per ritrovarsi dall’altra parte del mondo di gioco, sia anche solo per una volta (sì, ovviamente parlo per esperienza).
BrainFreeze, insieme al fuoco che ne segnerà la sconfitta
Tutto questo significa principalmente due cose: per giocare a Titan Souls ci vuole tanta concentrazione e prontezza di spirito, perché molti scontri sono quasi degli enigmi da eseguire in rapidità, ed in generale tutti richiedono una buona velocità di esecuzione; e non si deve essere dei giocatori facilmente frustrabili, perché si muore davvero spesso. È un gioco difficile, ma non si può parlare di una qualche progressione vera e propria di difficoltà (escludendo il boss finale segreto, che credo sia impegnativo per tutti); questo perché essendo gli scontri incredibilmente rapidi e facendo leva su diverse abilità, che siano la semplice esecuzione di un’azione molto velocemente, sangue freddo oppure capacità di capire con uno sguardo cosa fare, ogni giocatore si troverà in difficoltà con Titani che per qualcun altro sono una passeggiata e viceversa. Posso dire con quasi certezza che chiunque avrà almeno un paio di boss che ha battuto first try nel giro di qualche secondo, altri che richiederanno qualche tentativo in più e una manciata che lo faranno dannare. Ovviamente il gioco tenta di essere sempre una sfida, e questa sua volontà è espressa anche dal fatto che nello slot di salvataggio sono presenti le morti di quella partita: come con Cuphead (di cui trovate un approfondimento relativo al comparto artistico qui), anche qui gli sviluppatori ti deridono mostrandoti quanto hai fatto schifo durante la tua prima run.
 
Altre modalità
 
Prima di passare alla parte spoiler dell’articolo in cui parlerò della lore e delle ispirazioni del titolo, accennerò due parole su due modalità che sono attivabili ad inizio partita: la Hard Mode e la Truth Mode.
 
La modalità Hard (non pensate male, si parla solo di difficoltà) è accessibile sin dall’inizio, e come espresso in modo lapalissiano dal nome è la modalità difficile vera e propria. Siamo abituati a vedere che nei videogiochi che presentano la selezione della difficoltà la modalità difficile è semplicemente un aumento dei danni e della vita degli avversari, con magari anche qualche debuff al danno o alla difesa del giocatore, ed è un tipo di difficoltà che piano piano tutti imparano ad odiare o considerare di second’ordine. Ma in Titan Souls, un gioco in cui sia i boss che il protagonista muoiono con un solo colpo, questa cosa non è assolutamente possibile. E quindi? Quindi la modalità difficile è veramente più impegnativa, e non con trucchetti di statistiche ed in modo artificiale. Attivare la Hard Mode in Titan Souls vuol dire questo: i Titani saranno più rapidi, aggressivi, e presenteranno variazioni degli attacchi già visti. Si tratta quindi di una vera sfida in tutto e per tutto, veramente complessa da completare e decisamente più impegnativa della modalità standard. Per questo, mi sento di consigliare di attivare la modalità Hard dopo aver giocato una volta al titolo normalmente: questo semplicemente perché conoscerete già il pattern dei boss, ed effettivamente sarà un innalzamento della sfida invece che un diretto bagno di sangue nel caso in cui si inizi con la Hard Mode. Nulla impedisce però ai più impavidi di buttarsi a capofitto in questa sfida.
 
Infine, la Truth Mode. Questa è una modalità ottenibile solo nel caso in cui si sconfigga il boss finale segreto, e non cambia nulla a livello di gameplay, ma solo a livello di esperienza e consapevolezza. Attivando la Truth Mode, infatti, saranno leggibili i nomi dei Titani, che in precedenza erano tutti scritti in un alfabeto incomprensibile (tranne uno, probabilmente perché il suo status lo rende già conosciuto al protagonista). Questo permetterà al giocatore di capire qualcosa in più sul mondo di gioco, sulle ispirazioni di Acid Nerve e su quello che è successo, dato che modificherà anche l’unico dialogo presente in tutto il titolo, che vedrò più nel dettaglio nella prossima sezione, dedicata al tentativo di mettere insieme una lore che abbia un qualche senso.
 
Qui finisce la sezione no-spoiler dell’articolo. Chiunque sia interessato corra a recuperarsi il titolo, che potete tranquillamente finire in un’unica sessione. Di listino, il gioco costa forse troppo per molti giocatori data la durata davvero breve (siamo intorno ai 15 euro), ma spesso viene messo in sconto, permettendo più o meno a chiunque di accaparrarselo con pochi euro (ad esempio, mentre scrivo si trova a 1,49 euro su Steam).
 
Passiamo quindi alla sezione dedicata alla lore, ovviamente full-spoiler.
IL MONDO E I TITANI
 
La Titan Soul sembrerebbe essere la nascita di qualsiasi forma di vita. Ce lo dice chiaramente la descrizione del titolo che trovate all’inizio, e possiamo vederlo durante l’avventura, con ogni Titano che abbattiamo. Alla loro morte, infatti, varie particelle luminose usciranno dai loro corpi, e verranno assorbite da noi, l’ennesima citazione al lavoro di Team ICO (che viene tra l’altro citato esplicitamente in un trofeo, chiamato proprio “Shadow of the Colossus”).
Queste particelle sarebbero i frammenti dell’Anima originale che il nostro “eroe” vuole ottenere per raggiungere verità e potere, e dato che ogni cosa che viva nasce da questi frammenti, è evidente che uno formi anche l’anima del protagonista. Il gioco si apre infatti con una brevissima cutscene, in cui si vede il personaggio principale che, probabilmente tramite un qualche rito o processo magico, estrae da sé stesso una particella di luce uguale a quella presente nei Titani e la divide in tre frammenti, uno che ritorna nel suo corpo, uno che si incastona nel suo arco, e l’ultimo nella freccia. Spiegato così anche a livello narrativo perché la freccia possa essere richiamata a noi: siamo uno e trino, una sola Anima in tre enti differenti (la citazione biblica non è casuale; vedremo che il gioco prende a piene mani dalla tradizione ebraica). E non siamo nemmeno i soli ad aver fatto questo processo: uno dei boss del gioco infatti, l’unico il cui nome è leggibile sin dalla prima run, è Knight Elhanhan, Legendary Titan Slayer, che ci combatterà armato di arco e freccia uguale alla nostra, per quanto molto più grande e potente.
Knight Elhanhan, Legendary Titan Slayer
Dall’originale Titan Soul deriva quindi ogni cosa che noi incontriamo nel titolo, e bisogna ripristinarla per ottenere un potere immenso e la conoscenza più totale. Non siamo i primi a tentare nell’impresa, come ci fa intuire l’incontro con Elhanhan e come ci conferma l’unico dialogo presente nel titolo: il monologo pronunciato da The Elder, l’unico Titano che si lascerà uccidere senza combattere e che è la chiave per raggiungere il vero boss finale. Egli è una gigantesca montagna, in cima a cui si trova un volto con un occhio in fronte, suo punto debole e che dovremo colpire per abbatterlo, e che capiremo presto essere il corpo su cui ci stiamo muovendo, l’intero mondo di gioco. Questa creatura colossale ci accoglie con un monologo mentre andiamo verso di lui, e le sue parole aiutano nel diradare un po’ i nostri dubbi, per quanto non del tutto: ”Ah… un’altra Anima infranta, che cerca la Verità (ricordatevi la lettera maiuscola), meno ingombra della scorsa (il termine inglese è “encumbered”. Letteralmente è traducibile con “ingombrato”, ma il significato è più profondo, e fa riferimento a qualcosa di appesantito da un fardello) … hai pagato un alto prezzo per l’abominio che porti nella faretra. E per cosa… Conoscenza? Potere? Spero ne sia valsa la pena… fai ciò che devi”.
Tante cose da dire. Prima di tutto: adesso è confermato che non siamo i primi a tentare l’impresa, e a questo punto Elhanhan è sicuramente qualcuno che prima di noi ha fallito (il suo titolo di “leggendario” lo rimanderebbe a tempi molto remoti, ma potrebbe anche essere l’ultimo ad aver fallito cui si riferisce The Elder quando dice “less encumbered than the last”). Ed è confermato anche che tutti i nostri predecessori hanno usato lo stesso processo, frantumando la propria anima e destinandola a sé stessi e alla propria arma. The Elder infatti ci identifica come “un’altra anima infranta”, e questo potrebbe riferirsi direttamente al processo che abbiamo visto all’inizio del gioco. E proprio questa separazione della propria anima è probabilmente l’alto prezzo pagato cui si riferisce The Elder, lasciandoci intendere che il processo sia irreversibile nel caso di fallimento.
The Elder è la chiave per capire tutto quello che sta succedendo, perché oltre a questo, che è il monologo standard che farà probabilmente durante la prima partita di chiunque, presenta altri due dialoghi, ottenibili rispettando alcune condizioni.
Il volto di The Elder, Primo Dio
Un secondo monologo è ottenibile se si parla con The Elder dopo aver battuto il boss finale del gioco (non quello “vero”), The Soul. A questo punto, Elder ci accoglierà con queste parole: “Hai trovato ciò che cercavi… hai ucciso il Secondo Dio. Colui che ha preso il mio posto, e creato i Quattro Guardiani. Il resto dei Titani presenti qui è sbocciato dalle Anime Perdute. Alcune erano come te… umane. Non avevano la tua determinazione nell’uccidere…”.
 
Anche qui, un sacco di informazioni fondamentali. Prima di tutto, ci viene detto che l’Anima che affrontiamo alla fine del titolo (un’entità identica a noi, che ci attaccherà con le nostre stesse armi) probabilmente non è l’Anima originale, e che quella è proprio The Elder, poi spodestato in qualche modo dal suo ruolo di “primo Dio”. Inoltre, c’è la conferma che ogni creatura presente nel mondo di gioco deriva dall’Anima. Alcuni Titani, i Guardiani, sono stati creati direttamente da The Soul (e ci sono infatti solo quattro Titani con il titolo di “guardiano”), mentre tutti gli altri sono la trasformazione di entità con un’anima ormai persa e distrutta, molti umani (abbiamo già parlato di Elhanhan, ma c’è ad esempio anche Avarice, che a questo punto potrebbe essere nato da un uomo, anche lui che ha fallito, incredibilmente avido).
Avarice, forse un tempo umano, con la forma classica dei Mimic
The Souls, boss finale base del gioco
Infine, un ultimo dialogo, forse quello più importante, che The Elder pronuncerà se avremo attivato la Truth mode oppure la Hard mode: “Io sono stato la prima Vita. La prima Anima nata dalla Verità. E da me, sono nati i primi di voi, e ora ci ritroviamo a completare il cerchio. Il creatore viene distrutto, ed un giorno a te toccherà lo stesso destino. Fai ciò che devi”.
Conferma dopo conferma. The Elder è effettivamente la prima Anima, l’origine di ogni cosa nel mondo e noi, riuscendo nell’impresa, prenderemo il suo posto in un qualche modo, solo per poi essere destinati a cadere a nostra volta. E proprio la consapevolezza di questo infinito ciclo di creazione e distruzione giustifica perché The Elder sia l’unico Titano non ostile, ma quasi affranto e abbandonato al suo destino: sa che non c’è nulla da fare, e quindi si limita a insinuare in noi il germe del dubbio, facendoci capire che forse il nostro protagonista non è il classico eroe virtuoso, ma sta ricercando un qualcosa di potenzialmente molto pericoloso. Inoltre, fondamentale è notare che The Elder ci dice che lui è l’origine di ogni cosa, ma a sua volta anche lui ha un’origine: la Verità. Ed indovinate che cos’è il vero boss finale? Truth.
Truth è l’unico avversario a presentare tre fasi, e lo affrontiamo in un ambiente completamente bianco, la nostra sagoma e la sua un’ombra nera. Nella sua prima fase, Truth presenta una delle più esplicite citazioni bibliche, con le sue sembianze di ruote concentriche ricoperte di occhi; esattamente come i Troni, esseri angelici descritti nel libro di Ezechiele e che hanno un ruolo legato alla conoscenza (devono catalogare le conoscenze ottenute dai Cherubini, cui sono legati). Superate la seconda e la terza fase (in cui la creatura assumerà prima le sembianze di molti bulbi oculari, poi di un essere aracneiforme con un occhio al posto del corpo), il nostro protagonista apparentemente si fonderà con Truth, con sullo sfondo un gigantesco occhio che presenta varie scritte nello sconosciuto alfabeto presente in tutto il mondo di gioco.
Truth nella sua forma finale
Qualche buon samaritano ha decifrato l’alfabeto confrontando le scritte con le traduzioni della Truth Mode, e ha quindi tradotto le scritte che compaiono durante la lotta con Truth. Quelle presenti nell’iride dell’enorme occhio possono essere tradotte così: “Vita dal Caos, Verità dalla Vita, Tutto dalla Verità”. Le lettere orbitanti che nella cutscene finale vengono “assorbite” dal nostro personaggio durante la supposta fusione invece recitano “Io sono te, e tu sei me. Se uno dei due è in vita, nessuno dei due morirà”.
Queste ultime linee di testo sembrano fungere da rapidissima cosmogonia e al contempo chiarimento di quello che è il nostro ruolo nel momento in cui abbiamo ottenuto ciò che desideravamo. Tutta la vita, di qualsiasi tipo, è nata da un caos di cui non sappiamo nulla, e al contempo dalla vita stessa è nata la Verità, l’essere che affrontiamo. Da lui, poi, nasce tutto. Forse richiamando sia la forma circolare di Truth che il concetto di circolarità del fato espresso da The Elder, sembra che Truth sia al contempo un qualcosa di creato da cui poi però deriva ogni cosa, non chiarendo benissimo quale sia il suo ruolo (oppure il “Tutto dalla Verità” si riferisce semplicemente a tutto ciò che esista nel mondo di gioco e non in generale). Sicuro però è che Truth era ciò che volevamo ottenere sin dall’inizio, e che grazie ad esso abbiamo ottenuto poteri incredibili e una conoscenza totale sul mondo che ci circonda. Che cosa sia davvero nato da quest’impresa colossale, non ci è dato saperlo.
L'occhio di Truth, chiunque conosca Fullmetal Alchemist starà ridendo istericamente
L’importanza della tradizione Ebraica
Quest’ultima parte sarà una breve esposizione di diversi riferimenti biblici e alla Cabala ebraica presenti nel titolo, fonti che sono state di chiara ispirazione per gli autori di Titan Souls.
Abbiamo già parlato approfonditamente di Truth, con la sua forma angelica, ma anche alcuni dei Titani principali hanno nomenclature direttamente riconducibili a figure bibliche.
Il primo è Gol-Iath, The Guardian of the First Gate, il quarto Titano che affronteremo e colui che dovremo sconfiggere per terminare il tutorial. La sua è la citazione che più facilmente possa essere colta da chiunque abbia fatto anche solo per qualche giorno catechismo: il suo nome è infatti quello di Golia, il gigante filisteo sconfitto dal giovane David in un combattimento uno ad uno. Direttamente collegato a Gol-Iath è Elhanhan, uno dei nostri predecessori. È sicuro infatti che Elhanhan abbia in passato sconfitto Gol-Iath, e forse è stato proprio lui a lasciarlo mutilato (nel tutorial affronteremo il cuore, un occhio e il cervello del Titano), sia perché è conosciuto come il “Legendary Titan Slayer”, lasciando intendere che sia riuscito a sconfiggere effettivamente qualche Titano, sia se si va a vedere chi sia nella Bibbia il suo omonimo.
Secondo molti studiosi, Elhanhan è la figura che in origine aveva affrontato e sconfitto Golia; però, dopo che la figura di David divenne molto più importante per il popolo ebraico, la tradizione spodestò Elhanhan e diede il merito dell’uccisione di Golia a David, affermando che Elhanhan era invece l’artefice dell’omicidio del fratello del gigante, Lahmi.
Gol-Lath, primo guardiano del gioco e di cui affrontiamo diverse parti
The Elder ci dice in uno dei suoi soliloqui che The Soul ha creato quattro guardiani, e Gol-Iath è uno di essi. Gli altri tre (che vengono identificati come tali dal loro nome) sono strettamente legati tra loro: Gol-Hevel, Gol-Qayin e Gol-Set. Se i nomi a orecchio vi ricordano qualcosa, avete totalmente ragione: sono infatti la versione originale ebraica dei nomi di Abele, Caino e Set, i tre figli di Adamo ed Eva.
 
Il loro ruolo nel mondo di gioco si rifà chiaramente alla narrazione biblica, con Gol-Havel che viene chiamato “The Murdered Guardian of the Second Gate” e Gol-Qayin che è nominato “The Disgraced Guardian of the Second Gate”. Entrambi assegnati al secondo cancello, è facile vedere il legame: per qualche motivo (se ci si rifà alla tradizione ebraica probabilmente invidia), Gol-Qayin ha assassinato il “fratello” Gol-Hevel, e di conseguenza è stato declassato. Lo troviamo infatti nelle profondità, in una ostile e terribile area circondata di lava, luogo in cui probabilmente è stato confinato per allontanarlo dal resto del mondo. Gol-Hevel invece viene affrontato in un cimitero in superficie, lasciandoci incerti sul come faccia a combatterci se è già morto (anche se noi affrontiamo una maschera forse funeraria con dietro una strana luce: magari non stiamo affrontando il Titano, ma un suo frammento che ha preso controllo di un oggetto).
Gol-Havel, o quantomeno una sua manifestazione
Gol-Qayin, relegato nella sua prigione di lava
Infine, Gol-Set, “Guardian of the Eternal Gate”. Chiaramente il più importante anche come collocazione (protegge l’ultimo cancello che ci porterà a The Soul), il suo ruolo di spicco può essere ricondotto alla tradizione gnostica: secondo essa infatti, non solo Set fu il terzo figlio di Adamo ed Eva inviato da Dio come “sostituzione” di Abele, ma fu anche colui a cui Adamo rivelò i saperi segreti che sarebbero diventati poi la Cabala. Se visto da questa prospettiva, anche nel gioco Gol-Set potrebbe essere colui che è più vicino alla Verità rispetto ai fratelli, e per questo diventa un protettore diretto dell’Anima.

Gol-Set, ultimo dei Guardiani
Tra verità nascoste e ispirazioni bibliche, si può notare che anche nella lore e nel world building c’è molta più attenzione da parte degli sviluppatori di quanto non possa sembrare ad un primo sguardo. E non posso che incoraggiare chiunque ad acquistare il titolo non appena lo si trovi ad un prezzo accattivante, per passarci un paio d’orette (o qualcuna in più, nel caso si rigiochi il tutto nelle altre modalità o per semplice divertimento) che sono sorprendenti nella loro sfida e cura.
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