God of War saga - VisiThors

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Nota del 04/11/2022: ho rimesso in primo piano questo articolo data la prossimità dell'uscita di Ragnarok, ma ci tengo a precisare che risale a Settembre del 2020. Vi sono quindi inesattezze legate a informazioni che ovviamente non erano ancora disponibili, quali data di uscita di Ragnarok stesso e altre cose simili. Vi lascio all'articolo ora, buona lettura



COSA È LA SAGA E DI COSA SI STA PARLANDO
 
Questa pagina sarà una introduzione alla God of War saga, che conta ad oggi un totale di 8 capitoli di cui 3 capitoli principali, 2 spin-off “midquel”, un prequel ed un sequel (l’ultimo) che ha però portato la saga ad un punto talmente nuovo da essere considerabile “un nuovo inizio”, come il nome stesso vuole indicare; ma niente paura, non si sta in alcun modo parlando di Reboot o di personaggi snaturati, è al 100% un sequel del terzo capitolo. In questa pagina tratteremo tutta la saga fino ad oggi, nell’attesa del nuovo capitolo che uscirà nel 2021. Ovviamente sarà FULL SPOILER per ogni titolo prodotto, non tanto per “vecchiaia” dei titoli quanto per un voler avere qualcosa da leggere in vista del nuovo capitolo, per ripercorrere gli avvenimenti che ci porteranno al Ragnarok.
GOD OF WAR, DOVE TUTTO EBBE INIZIO
 
Era il 2005 quando uscì il primo God of War, un titolo Hack ‘n’ Slash che non sembrava avere molte pretese e che pareva dover essere auto-conclusivo. La storia aveva come protagonista Kratos, ex generale di Sparta dal passato tragico, al servizio degli dei (nello specifico Atena) per trovare redenzione e soprattutto una fine agli incubi ricorrenti causati proprio dal suo passato; come ultima missione gli veniva richiesto di uccidere Ares, Dio della Guerra e suo precedente padrone. Il titolo combinava un buon Gameplay assolutamente non tecnico ad una serie di enigmi e puzzle per poter avanzare nelle aree, non vi era traccia di esplorazione, dato l’essere un gioco a “corridoio”, ma vi erano segreti e stanze nascoste in cui rimediare potenziamenti o simili; uccidendo nemici e apprendo appositi scrigni si otteneva esperienza, che poteva essere consumata per potenziare le singole armi e ottenere nuove mosse/combo. Vi erano solamente 3 boss (incluso quello finale) ed il gioco non superava le 10 ore, ma qualcosa colpì il pubblico e la critica la quale diede al titolo parecchi 10/10 e fu probabilmente il propellente a produrre dei sequel.Nel corso della storia venivamo a sapere come Kratos si era messo al servizio di Ares per scampare alla morte per mano dei Barbari, ottenendo le distintive Lame del Chaos, e di come il Dio iniziò a fargli conquistare la Grecia in lungo e in largo, al fine di avere un campione che potesse addirittura uccidere un Dio e procurare così il trono dell’Olimpo ad Ares, dato che Antiche Leggi e maledizioni proibiscono agli Dei di uccidersi a vicenda. Come prova finale Kratos fu indotto ad uccidere moglie e figlia con l’inganno e venne marchiato come “Il Fantasma di Sparta” dall’oracolo del villaggio, che gli incolla magicamente le ceneri della famiglia in modo che chiunque lo possa riconoscere a prima vista. Dopo 10 anni di servizio, ci troviamo appunto all’inizio del gioco e attraverso mari, deserti, un’Atene sotto attacco, il Tempio di Pandora ed infine l’Ade riusciamo a vendicarci di Ares utilizzando il Vaso di Pandora (o meglio il suo contenuto). Ma gli Dei sono beffardi e la nostra ricompensa è un “vuoto” perdono, senza possibilità di scordare quanto accaduto o avere perlomeno una tregua dagli incubi, che si manifestano in modo sempre più frequente anche durante la veglia. Kratos decide allora di suicidarsi, ormai senza speranza e senza uno scopo, ma viene salvato da Atena che gli propone di prendere il posto di Ares e diventare il nuovo Dio della Guerra; incarico che lo Spartano assume con un ghigno e promettendosi di stupire gli Dei.
Ares, Dio della Guerra
LA SAGA GRECA FINO AL 3
 
Da ora posso permettermi di sveltire la narrazione, ma il primo capitolo ci tenevo a raccontarlo bene per motivi che vedrete poi; per fluidità e fruibilità, i titoli saranno in ordine cronologico e perciò il 2 sarà l’ultimo di questo paragrafo.
Iniziamo con Ascension, ambientato poco dopo l’uccisione della famiglia e con Kratos che si trova imprigionato e torturato dalle tre Furie per il suo crimine (ricordate che l’uccisione di un familiare è particolarmente grave per i Greci, per mitologia e non) che però non riesce a ricordare. Nella nostra fuga ci viene spiegato come siamo stati catturati, viene confermato il piano di Ares di usarci per conquistare l’olimpo ed infine eliminiamo le tre carceriere, riacquisendo i ricordi ed avviandoci verso i 10 anni di servizio. Proprio durante uno di questi anni è ambientato Chain of Olympus, nel quale ci ritroviamo a dover salvare l’Olimpo e l’intero creato dalle macchinazioni di Persefone, alleatasi con Morfeo e Atlante, che non vuole più essere relegata negli Inferi. Ci viene proposto di fermarci nell’Elisio con Calliope (la figlia di Kratos), ma dato che il piano prevede la distruzione anche (e soprattutto in un certo senso) dell’aldilà, lo Spartano deve abbandonarla di nuovo e si scaglia contro la Dea, uccidendola grazie ad un Artefatto Divino trovato e un po’ di concessione narrativa: sebbene l’arma sia un oggetto di Zeus, di fatto noi rimaniamo mortali che uccidono una divinità e la Lama di Artemide non ha minimamente fatto pensare a Kratos di andare subito da Ares nel primo capitolo. Comunque, Persefone muore, Atlante viene incatenato come sostegno del mondo (reinterpretando il mito) e Morfeo si ritira di suo, senza essersi nemmeno fatto vedere.
Salto rapido a Ghost of Sparta, ambientato tra il primo ed il secondo capitolo, vede il nuovo Dio della Guerra scoprire segreti sul proprio passato e ci porterà ad incontrare gli ultimi membri della famiglia di Kratos: Callisto, la madre, ed il fratello creduto da tutti morto, Deimos. Qui abbiamo la possibilità di vedere quanto Sparta abbia accolto entusiasta il fatto che un loro generale sia asceso a Dio della Guerra, nel mentre veniamo messi a conoscenza di come durante l’infanzia Kratos fosse di gran lunga superiore al fratello, il quale era nato con un marchio su tutto il corpo che poi è diventato il tatuaggio distintivo del nostro Spartano, proprio in onore del fratello scomparso; viene “rivelato” (noi giocatori non sentiamo) chi sia il padre del protagonista e che esiste una profezia sul fatto che “Il guerriero marchiato porterà la rovina dell’Olimpo”: Deimos fu rapito da bambino da Ares e Atena proprio nella convinzione che riguardasse lui ed è tenuto prigioniero da Thanatos, la Morte in persona. Riusciamo a salvarlo e a riappacificarci con lui, solo per vederlo morire poco dopo per mano del suo carceriere, che intuisce come sia Kratos la vera minaccia per l’Olimpo poco prima di venire brutalmente ucciso dal Fantasma di Sparta in preda all’ira più totale. Il tempo di seppellire Deimos e non una ma ben due divinità vengono a parlarci: la prima è Zeus (sotto le spoglie di un becchino incontrato più volte anche nel primo capitolo), che ci identifica come “Morte, il Distruttore di Mondi” e sembra soddisfatto della morte di Deimos e Callisto; la seconda è Atena, spaventata dal futuro, che cerca di tamponare la situazione offrendo al suo ex-campione la rimozione dei ricordi legati alla famiglia, come un tempo aveva desiderato. Kratos, ormai a conoscenza della verità e furente verso gli Dei, rifiuta categoricamente e torna sul suo trono, meditando su come vendicarsi.
Deimos, il fratello di Kratos
Così si apre il due, con il protagonista che, dopo aver inutilmente tentato di utilizzare ancora una volta il Vaso di Pandora per eliminare Zeus, si mette alla guida dell’esercito Spartano per conquistare tutta la Grecia. Durante l’assalto a Rodi ha anche luogo Betrayal, lo spin-off per mobile che mostra un complotto contro Kratos, che culmina con un altro Dio minore morto per mano nostra (Ceryx, figlio di Hermes). Tornato alla battaglia, il Re degli Dei in persona interviene per fermarci una volta per tutte, prima sigillando i nostri poteri divini nella Spada dell’Olimpo (per i divieti discussi all’inizio) e poi trafiggendoci con essa; scampato ancora una volta al regno degli Inferi, l’ormai ex Dio della Guerra si allea con i Titani e si reca dalle Parche, per tornare indietro nel tempo e recuperare la Spada e con essa i poteri che ci permetteranno di affrontare l’Olimpo. Facendo strage di eroi Greci sul nostro percorso (tra cui Teseo, Perseo e Giasone), raggiungiamo e uccidiamo coloro che filano e controllano il Destino stesso, per poi finalmente recuperare la Spada e scagliarci contro Zeus; pur vincendo, non riusciamo a uccidere la divinità a causa dell’intervento di Atena, che si prende al suo posto il colpo decisivo che stronca la sua vita. Mentre Kratos sembra realmente scosso per aver ucciso la persona più vicina ad una “amica” che abbia avuto in più di 10 anni, lei gli dice che il Padre degli Dei ha agito per Paura, come Crono prima di lui: Urano ha maledetto la discendenza di quest’ultimo, facendo in modo che sia sempre un figlio a porre fine alla vita del padre (ricordatevene wink wink); confermando allo Spartano di essere figlio del Dio del Cielo. Ma ormai il guerriero è deciso e non conosce pietà, si mette alla testa di un esercito di Titani e dichiara guerra all’intero Olimpo.
GOD OF WAR 3
 
Eccoci a quella che per anni è stata la conclusione della Saga, un finale epico che ci vede assottigliare parecchio le fila del Phanteon divino greco: Poseidone, Ade, Ermes, Efesto, Era, Elio ed Ercole cadono tutti sotto i nostri colpi, così come qualche Titano che ha avuto il fegato di tradirci; ogni morte altera il mondo, a causa della mancanza di controllo sui vari “Domini” degli Dei (esempio, Poseidone e i mari). Il terzo capitolo si rivela essere una nuova ricerca del Vaso di Pandora, che contiene ancora un enorme potere non utilizzato, diverso dai Mali che abbiamo già liberato, e che è stato nascosto da Zeus proprio per questo. A guidarci sarà una Atena-fantasma, “ascesa ad un’esistenza superiore” come dice lei stessa (caso UNICO nella saga), la quale ci indirizza verso Pandora, la bambina che serve da chiave per il Vaso e che è tenuta prigioniera nel Labirinto, nuova e più folle invenzione creata da Dedalo. Dopo mille peripezie, la liberiamo e iniziamo a stabilire un legame con lei: noi rivediamo in lei Calliope e Kratos diventa una sorta di figura paterna per lei, ma la ragazza conosce bene il proprio ruolo di Chiave e che ciò comporterà il proprio sacrificio. Arrivati al momento decisivo, sarà LUI a non volerla sacrificare per la sua vendetta ma l’attacco di Zeus permette alla ragazza di lanciarsi verso il Vaso: lei scompare ed il coperchio cade, rivelando null’altro che polvere. Scherniti dalla Divinità, che è però visibilmente sollevata dalla rivelazione, ci avviamo più furenti che mai alla battaglia finale che ci vedrà impalare Zeus e Gaia (o Gea) insieme, terminando la vita di entrambi; un potere oscuro rianima però Zeus che ci disarma e sembra sopraffarci. Ripercorriamo la storia dello Spartano, in un viaggio interiore che termina con la figura di Pandora che ci ricorda quanto la Speranza sia importante; ritornati allo scontro siamo avvolti da misteriose fiamme blu e a mani nude poniamo fine alla nostra vendetta, compiendo il patricidio che inseguiamo da due capitoli. Atena ci viene a trovare e dopo qualche scambio veloce, scopre con noi che il potere nascosto (da lei stessa) nel Vaso, rivelatosi proprio la Speranza, è quanto abbiamo usato nel Primo capitolo per uccidere Ares mentre i vari Mali si sono riversati sugli Dei, che ne sono stati influenzati e corrotti. Atena chiede quindi a Kratos di restituirle quel potere affinché possa guidare il Mondo e lo Spartano le fa notare come esso sia ormai devastato e senza possibilità di recupero, per poi auto impalarsi e liberare la Speranza nel mondo; la divinità è disperata dal proprio fallimento e si dice delusa dal guerriero, che viene lasciato morente sulle rocce. Ma nella scena post crediti il corpo non c’è, al suo posto una striscia di sangue che porta chissà dove.
GOD OF WAR 2018, UN NUOVO INZIO
 
Stringete i denti e resistete, è stata lunga ma siamo finalmente arrivati all’ultimo (per ora, si intende) capitolo e probabilmente quello che interesserà alla maggior parte di voi. Ma non potevo parlare solo di questo, dato che ci sono una marea di informazioni nei precedenti che si riveleranno fondamentali per il futuro: qualcuna è praticamente certa, mentre altre sono mie speculazioni che ritengo degne di nota.
 
Questo capitolo si presenta (e sotto alcuni punti di vista è) diverso dal resto della saga: più lento, serio, ragionato non solo nella storia ma anche nei combattimenti; ormai ha inglobato meccaniche GDR e di esplorazione, siamo ormai all’interno della mitologia Norrena e l’unico punto di collegamento col passato sembra essere la figura di Kratos, invecchiato ma sempre riconoscibile. Permettetemi di dire fin da subito che, narrativamente parlando, NON è così: non si chiama GoW4 per affascinare nuovi possibili giocatori, ma è assolutamente sequel della saga. Il CS è sì cambiato, ma andando avanti vedrete che non è affatto lento e ci sono orde assolutamente in pari con gli scontri più intensi del passato. La storia si apre (dopo un time-skip imprecisato ma di almeno 10 anni dal finale del 3) con Kratos ed il figlio Atreus che preparano una pira per Faye, la nuova moglie dello Spartano, morta per cause naturali appena prima che il gioco inizi; il suo ultimo desiderio è che le sue ceneri vengano sparse dalla cima più alta dei Nove Regni. Kratos non reputa il ragazzo pronto per il viaggio, sia perché non è forte abbastanza sia per una malattia di cui è affetto; tuttavia un improvviso aumentare di Draug ed Hellwalker nell’area unito all’attacco del Dio Baldur a casa loro lo convince ad iniziare il viaggio, che metterà sempre più in contatto il duo con la mitologia Norrena e vedrà il loro rapporto evolvere e maturare. Questo infatti è uno dei punti cardine del gioco, con Kratos che visibilmente vuole bene al figlio ma l’unica educazione che ha conosciuto è quella militare e fatica quindi ad esternarlo, inoltra lui ha già avuto una famiglia che ha perso per colpa propria e quindi non può permettersi di sbagliare ancora: nonostante sia il primo a spronare il figlio a combattere, di trama il ragazzo non è mai realmente “in pericolo” se non nelle scene in cui viene esplicitato e possiamo vedere come Kratos perda la calma e si precipiti ad aiutarlo.
Lungo il loro viaggio incontreranno Brock e Sindri, i due fratelli Nani che hanno creato Leviatano (la nostra nuova arma principale) per Faye, che ci offriranno i loro servigi di fabbri e che aiuteremo a riappacificarsi nel corso delle quest; incontreremo anche Mimir, l’ex consigliere di Odino e ora uno dei nostri migliori alleati nonché guida nel viaggio, Jörmungandr, il serpente che avvolge il mondo, e Freya: ella è la moglie di Odino relegata da egli stesso su Midgard, ci aiuterà nel corso della nostra avventura nonostante la diffidenza che Kratos nutre per il suo essere una Dea. Il duo scopre che la cima più alta non si trova a Midgard ma a Jotunheim, la terra dei Giganti che sono fuggiti senza lasciare traccia; attraversano così diversi Regni e difficoltà, arrivando a scontrarsi e uccidere i figli di Thor Magni&Modi, ma durante le quali Atreus crolla sfinito e si scopre la causa del suo malessere: lui è convinto di essere Mortale e la mente sta convincendo il corpo della propria debolezza; Freya ha un modo per farlo riprendere, ma solo conoscere la verità lo potrà guarire definitivamente. Kratos deve quindi recarsi ad Hellheim per procurare quanto necessario alla cura del figlio, ma viene avvertito dalla Dea che serve una fiamma inestinguibile per farsi strada in quella landa ghiacciata, con una scrollata di spalle lo Spartano dice che sa cosa fare ed inaspettatamente torna a casa: da sotto un’asse mobile del pavimento prende le Lame del Chaos e riceve una visita da parte dell’Atena fantasma che lo schernisce per tutti i suoi fallimenti, specie come genitore. Il Fantasma di Sparta la scaccia, visione o realtà che fosse, e si precipita a trovare la cura; salvato Atreus dal pericolo, decide riluttante di rivelargli le proprie origini divine e di come probabilmente ha dei poteri dei quali non sono a conoscenza (Mimir dice che già la capacità del ragazzo con le lingue ha del magico), il ragazzo ne è entusiasta ed inizia presto a montarsi la testa, mostrandosi arrogante sia con nemici che con gli amici. Mentre finalmente stanno per raggiungere Jotunheim vengono attaccati nuovamente da Baldur e, a causa del comportamento di Atreus, Kratos è costretto a distruggere il portale e finiscono ad Hellheim, dove il ragazzo capisce la gravità di quello che ha fatto e scoprono che non solo Freya è la mamma di Baldur, ma anche che lo ha reso immune ad ogni tipo di ferita (spiegando la sua estrema resilienza negli scontri) con però l’effetto collaterale di renderlo insensibile a tutto: non solo al dolore, ma anche il gusto, il piacere, il caldo ed il freddo non sono che un ricordo per il Dio, il quale odia il genitore per quanto gli tocca sopportare. Mentre escono da Hellheim i due vedono diverse visioni di Zeus, delle quali però Kratos non si sente ancora pronto a parlare, e cercano un altro modo per andare a Jotunheim. Scoprono che Tyr, Dio della Guerra Norreno, ha visitato altre “mitologie” ed è entrato in contatto con moltissime entità divine delle quali si è guadagnato rispetto e fiducia, tra le quali anche i Giganti che gli hanno fornito un metodo unico per raggiungerli; Mimir capisce come fare ed il gruppo ultima i preparativi per il viaggio, per essere attaccati una terza volta da Baldur. Una freccia di vischio nell’equipaggiamento di Atreus spezza l’incantesimo che protegge il Dio, che ululante di felicità si ributta nello scontro pieno di adrenalina per la prima volta da secoli; nonostante i tentativi di Freya di separarci, la vittoria è nostra e l’avversario sfinito. Kratos decide di risparmiarlo, forse per evitare altri problemi in futuro o forse per evitare la scena ad Atreus, ma Baldur sceglie di scagliarsi contro la madre per vendicarsi almeno di lei: senza esitare, lo spartano pone fine alla vita del Dio e si attira le ire di Freya, che è disperata e furente. Atreus viene informato dal padre stesso di quanto avvenuto in Grecia e di come abbia ucciso anche Zeus, nonostante ne fosse il figlio, dopodiché i due raggiungono finalmente Jotun dove hanno diverse sorprese: Faye era una Gigantessa ed era lei che Baldur cercava su ordine di Odino, senza sapere che fosse morta; vi sono inoltre affreschi sul viaggio di Kratos e Atreus, facendo capire che sapeva come molte cose si sarebbero sviluppate e che i Giganti hanno una sorta di preveggenza. Lo spartano nota anche un disegno parzialmente nascosto da un drappo, nel quale vi è lui ferito a terra ed il figlio davanti a lui (in vita) e non lo mostra al ragazzo, probabilmente intuendo cosa raffiguri; il giovane nel mentre è colpito dal fatto che in ogni affresco le rune non compongono il suo nome ma un altro, “Loki”. Il padre gli racconta di come era il nome che la madre avrebbe voluto dargli ma che era stato scartato in cambio di uno Greco e che probabilmente Faye lo usava con gli altri Giganti; inoltre ciò comporta che il ragazzo è di natura quasi completamente divina e miscuglio di due cosmogonie diverse, che potrebbero risultare in capacità uniche ed inimmaginabili, e forse anche per questo sembra venir raffigurato come “salvatore” dai Giganti o quantomeno come loro speranza per il futuro e per il loro ritorno. Il gioco è ormai finito, ma rimangono un paio di sorprese prima di chiudere: al nostro ritorno su Midgar Mimir ci avvisa che il Lungo Inverno è iniziato ed una volta finito avrà luogo il Ragnarok, che sarebbe dovuto avvenire secoli dopo; Freya inoltre lo è andato a trovare e ha chiesto dove Odino avesse nascosto le sue Ali da Valchiria (di cui sappiamo essere la guida): non è più intenzionata a starsene in disparte e vuole riottenere i suoi pieni poteri, probabilmente per vendicare Baldur. Tornati a casa, Atreus va a dormire e sogna un futuro prossimo, nel quale Thor compare davanti a loro e sfodera il Martello, pronto per lo scontro.
TEORIE E SPECULAZIONI SU RAGNAROK
 
Come ho già detto all’inizio, nulla di tutto ciò che seguirà è stato in alcun modo rivelato o discusso da Santa Monica se non per un post su Instagram, che presentava due linee di dialogo tra “Father” e “Son”: quest’ultimo chiedeva perché dovesse abbandonare il genitore, il quale smette di fasciarsi la ferita e gli risponde “hai visto cosa sono. Quando perdi il controllo e sei in preda all’ira… quello è il me nel tuo sangue… che divora ogni cosa buona che tua madre ti ha passato”.
 
Quindi, cosa possiamo aspettarci dal futuro? Io direi che è quasi certo che il nostro amato Kratos morirà, non saprei se già nel prossimo o in un terzo capitolo, e ho due teorie al riguardo: o sarà per mano di Thor, come i fan avevano speculato dopo GoW3, oppure sarà coinvolto Atreus per rimandare così alla maledizione di Urano (è ovviamente possibile che la morte avvenga per “colpa” del ragazzo, ma senza che sia effettivamente lui ad ucciderlo). Atreus diventerà sempre più “Loki”, sia in termini di poteri divini che in termini di “danni agli dei” e di sicuro avremo un incontro con Fenrir, dato che come il Serpente ha uno stretto rapporto con quello specifico Dio (nella mitologia originale sono entrambi figli di Loki e una gigantessa, vi ricorda qualcosa?) e che il prossimo capitolo riguarderà il Ragnarok, nel quale ha un ruolo centrale. Sappiamo da Mimir che Freya ha intenti bellicosi, quindi mi aspetto di vederla come boss e ci sarà da divertirsi considerando come hanno reso la Regina delle Valchirie; non so se raggiungeremo già Asgard (dato che considero probabile che producano una trilogia) ma sicuramente vedremo parte dei mondi inesplorati e confido in una “vera” e giocabile Jotun. C’è poi da vedere se le altre mitologie introdotte tramite Tyr (come gli Egizi, parzialmente visti nel fumetto Fallen God) saranno già aggiunte nel futuro prossimo o se come ritengo più verosimile si tratta di progetti che Santa Monica intende mostrarci più in là con gli anni, magari con un Atreus adulto ed ormai calato appieno nel ruolo di God of Mischief.
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